(C. Zucchelli) – La Roma va incontro a Radja Nainggolan. Economicamente, s’intende, visto che quando terminerà l’Europeo la società e il belga si metteranno seduti per il rinnovo di contratto. Senza fretta e senza follie, tradotto nessun ingaggio da 5 o 6 milioni a stagione, ma un incremento rispetto ai 3 (più bonus) che il centrocampista guadagna attualmente. È questo il senso dell’incontro andato in scena qualche giorno fa a Trigoria tra Beltrami, agente di Nainggolan, e Sabatini e Baldissoni: i due dirigenti della Roma si sono mostrati aperti all’ipotesi rinnovo, ma al tempo stesso hanno chiesto al giocatore, tramite il suo procuratore, di evitare dichiarazioni come quelle della scorsa settimana (“Conte mi vuole, mi aspetto che la Roma faccia la sua parte”), che in questo momento creano soltanto malumore tra i tifosi e all’interno della società stessa. Il club, dopo averne parlato anche con Pallotta e messo a conoscenza Spalletti, è pronto ad accettare le sue condizioni (rinnovo e adeguamento contrattuale), ma non intende accettare eccessivi giochi al rialzo.
TUTTO FATTO? — Non solo: a Trigoria hanno apprezzato molto che Nainggolan si sia fatto sentire in questi giorni, per sapere di Pjanic e per spiegare il senso delle sue parole dal ritiro del Belgio, e gli hanno ribadito di non avere intenzione di venderlo perché per Spalletti è un punto fermo e perché sanno che a Roma, dove ha acquistato casa e aperto un negozio di abbigliamento, lui sta benissimo. A far saltare il banco soltanto due condizioni: una richiesta fuori mercato di Nainggolan sull’ingaggio (5 milioni o più a stagione, ma per ora Radja non ha chiesto niente del genere) o un’offerta irrinunciabile del Chelsea, da almeno 40 milioni che, giurano dalla Roma, non è arrivata.
SILENZIO — Sarà (anche) per quello che gli ha detto il suo agente, che lo ha raggiunto a Lione per la sfida contro l’Italia, che Nainggolan dopo la partita non ha voluto parlare di mercato: “Non dico niente, sono sette anni che ogni estate sono sul mercato e ogni volta succede un macello. Quindi non parlo”. Qualche parola in più il belga l’ha detta sull’addio del suo amico Pjanic, visto che tre settimane fa aveva giurato – sorridendo – che non gli avrebbe più rivolto la parola in caso di arrivo alla Juventus: “Gli voglio bene, è come un fratello e continuerò a parlarci. Purtroppo nel calcio queste cose capitano, dobbiamo accettarle, anche se sarebbe stato meglio continuare a giocare insieme”.
Fonte: Gazzetta.it