(A. Angeloni) – Volevamo stupirvi con effetti speciali, ci stiamo riuscendo. L’Italia vola agli ottavi. L’Italia vola e basta e Conte ha il sorriso del successo, è grande così. Poi sabato a Bordeaux c’è la Germania che evoca a tutti (non certo ai tedeschi) grandi emozioni. Gli azzurri non pensavano di arrivare ai quarti, non pensavano di battere la Spagna e oggi non pensano di superare la Germania. Però ci speravano e ci sperano ancora. Senza porsi limiti. E’ questo il credo di Antonio Conte, che ha costruito la squadra a sua immagine e somiglianza. «L’unico percorso da seguire era il lavoro. Per toglierci soddisfazioni dovevamo creare una squadra e non una selezione», le parole dell’architetto Conte. Perché la qualità è quella che è, il calciatore italiano medio non è all’altezza delle più forti. «E’ inutile nasconderci: è un momento non facile per il nostro calcio, non ci sono talenti e non potevamo rifugiarci in loro. In questi due anni ho fatto una battaglia per far capire a tutti alcuni concetti e oggi siamo una squadra vera, lo siamo stati sempre, anche quando abbiamo perso contro l’Irlanda. Volevamo sorprendere: i calciatori sono eccezionali, grandi uomini e contro la Spagna hanno dimostrato di poter alzare sempre il livello, ma ora dovranno sapere che con la Germania ci vorrà un’impresa titanica».
IL SASSOLINO E IL BACIO Alla fine proprio scarsa, l’Italia, non deve essere: «La giocata Pellè-Eder lo dimostra. Tutta la squadra ha dei valori: ci siamo qualificati all’Europeo prima della Croazia che veniva considerata tra le favorite. Abbiamo dimostrato di non essere solo catenaccio e contropiede. Abbiamo aggredito subito e creato un sacco di occasioni da gol, potevamo chiudere il conto molto prima. Le nostre idee hanno battuto il loro talento». Con i quarti in tasca, Conte, che a fine partita è corso in tribuna a baciare la moglie Elisabetta e la figlia Vittoria, si toglie un sassolino dalla scarpa: «Vorrei che mi ripeteste oggi la domanda sul bilancio dell’Europeo, vittoria o fallimento… Magari ha portato bene, e se me la rifate…».
LE LINEE GUIDA Conte, traccia poi le linee guida per il futuro. «Bisogna preparare le partite allo stesso modo, con la concentrazione e il lavoro sul dettaglio. La Germania è forte, sarà una sfida emozionante, mi mette i brividi. Noi dobbiamo essere bravi recuperare. Se abbiamo fatto qualcosa di straordinario con la Spagna, con la Germania dovremo raggiungere il super-straordinario, un’impresa titanica». Chissà se questi risultati hanno fatto pentire Conte, che andrà al Chelsea e abbandonerà questo piccolo gioiello creato giorno dopo giorno. «Gli stessi miei calciatori mi hanno definito un animale da campo. Io poi mi affeziono sia alle persone sia ai luoghi. Ma poi ti rendi conto che magari non riesci a fare o non ti consentono di fare quello che vuoi, io comunque ho preso la decisione di fare una esperienza all’estero. L’Italia mi rimarrà nel cuore, spero un domani di sedermi ancora su questa panchina. L’emozione che ti dà questa maglia non le dà nessuno».
Non sta nella pelle il presidente della Figc Carlo Tavecchio. «Ho partecipato con emozione dal primo all’ultimo minuto. Grande commissario tecnico e grandi giocatori. Io ci ho sempre creduto, ho sempre detto che venivamo per vincere. Abbiamo fatto tanto e speriamo di fare di più. La Germania come la Spagna spaventa chiunque, ma ora tutti devono essere spaventati da noi. Lo abbiamo dimostrato con i fatti. Lo scetticismo? Io sapevo dove potevamo arrivare, non ero scettico. La scelta di Conte? Era una cosa ovvia, il problema era trovare i fondi: abbiamo trovato una soluzione con lo sponsor e oggi possiamo dire che si è trattato di un investimento corretto, quei soldi sono stati ripagati».