(F.Oddi) – Cinque anni dopo il trionfo di Pistoia sul Varese, la Roma è tornata in finale Primavera. E le note positive sono tante, a prescindere da come finisca sabato sera, perché i giallorossi sono arrivati ai rigori solo perché l’Inter schierava Manaj, uno che ha debuttato con gol nell’Albania e che in questi giorni sperava di essere in ritiro per l’Europeo. Nello stadio del Sassuolo ne ha fatti 2, ma non sono bastati: l’Inter aveva un singolo fuori categoria, la Roma giocava meglio, e da squadra.
I PROTAGONISTI – E ha avuto anche un pizzico di fortuna: tra i singoli dell’Inter c’è il fortissimo portiere Ionut Radu, che al Mapei Stadium aveva esordito in A, ma tornandoci ha incassato 6 rigori senza pararne uno, lui che nella finale Allievi contro il Milan aveva firmato lo scudetto neutralizzandone 2 su 4. Poteva andare in scena un derby tra connazionali con Pop, ma il romeno di Roma ha perso il posto: tra i pali Leonardo Crisanto, uno dei protagonisti della semifinale, per il rigore decisivo parato a Baldini, ma anche per il tuffo all’indietro che ha negato il 4-3 a Popa. Con lui in vetrina i due interni: la classe del fuoriquota Machin è nota, ha convinto tutti la prestazione di D’Urso, che durante l’anno è rimasto a lungo in panchina, per dare spazio a Ndoj, ma con Entella e Inter è tornato protagonista. E delle finali fatte bene, con tutti gli addetti ai lavori che ci sono, pesano più di mesi di regular season: ci sarà la fila per prenderlo in prestito, in estate.
Fonte: La Gazzetta dello Sport