(L. Loiacono) – È ancora tutta aperta la partita sullo stadio della Roma che, tra rassicurazioni e smentite, naviga decisamente in alto mare. E il progetto di Tor di Valle, quello che le associazioni ambientaliste hanno sempre chiamato ecomostro, torna di nuovo in aula Giulio Cesare. Ora infatti, a dover indirizzare l’approvazione o meno dell’intervento, sarà la neo eletta amministrazione capitolina. E il percorso è tutto da vedere. Il Movimento 5 Stelle, che non si è ancora espresso con pareri ufficiali, negli ultimi giorni ha dato modo di scaldare nuovamente gli animi. «Da parte nostra – ha assicurato Marcello De Vito, consigliere M5S con record di voti ottenuti – non c’è alcuna contrarietà o pregiudizio allo Stadio della Roma come a quello della Lazio. Certo un progetto dove lo stadio è solo il 14% dell’intervento non è una delibera sullo Stadio. Se deve tornare in aula? Lo valuteremo, faremo le opportune verifiche del caso». E così la partita si riapre visto che De Vito è il consigliere che ha avuto il maggior numero di preferenze e, probabilmente, siederà in consiglio comunale nel ruolo di presidente dell’assemblea capitolina.
Un nuovo capitolo, quindi, sull’annosa questione dello stadio giallorosso su cui, la settimana scorsa, si era già espresso Paolo Berdini, che ad oggi è l’assessore in pectore all’urbanistica. «Se farò l’assessore all’Urbanistica – disse ai microfoni di Radio Radicale –mi guarderò le carte, perché rispetto la legge, ma userò ogni mezzo a disposizione per fermare lo stadio. In una città fallita volete spendere milioni per questo?». E ancora, con parole pesanti come macigni, ha aggiunto: «Il nuovo stadio sarebbe uno scempio, serve un referendum per chiedere ai cittadini la loro opinione». Il parere, quindi, non è decisamente favorevole al nuovo impianto sportivo e lo scossone che hanno provocato le sue parole ha messo in moto anche la reazione del Movimento che, parla a più voci spesso in contrasto un passo indietro, ha specificato: «Lo stadio della Roma può essere invece una grande opportunità di crescita per la città, a patto che rispetti i principi di legge di fronte ai quali il M5S non transige».