Daniele De Rossi ha parlato oggi in conferenza stampa dal ritiro di Montpellier, al fianco dell’attaccante azzurro Simone Zaza. Questo il suo intervento:
“Quella contro l’Irlanda non è una partita inutile, arriveremmo comunque primi, ma è una gara di spessore. Noi butteremo un occhio a quelle dell’altro girone, giochi o no, non lo sappiamo. Importante chiudere a nove punti. Anche per chi non ha giocato spesso finora. Noi siamo calciatori, anche un po’ egoisti, speriamo che chi non ha giocato finora possa essere protagonista nelle prossime gare”
Vi siete stancati di essere considerati solo aggressivi e non talentuosi?
“Bisogna avere il giusto equilibrio nel giudicare e criticare. Siamo una squadra senza individualità che ruba l’occhio, senza Hazard o Ibrahimovic. Abbiamo altre qualità che tante altre squadre più blasonate non hanno. Una grossa compattezza, un grosso gruppo. Tante squadre hanno delle stelle, mentre qui c’è grande equilibrio tra qui gioca e chi subentra. Non è stato neanche negativo che non avessimo tutte le luci puntate su di noi, ora c’è più attenzione”.
Un commento sulle elezioni amministrative?
“Faccio in un in bocca al lupo a Virginia Raggi e chi lavorerà con lei, Roma ha bisogno di una rinascita e vivendo nel centro storico me ne sono reso conto, in bocca al lupo”
Conte?
“Quando parlavo delle nostre qualità mi sarei spostato su di lui, perché significa equilibrio e organizzazione, cosa che poi in campo pesa più di un giocatore pronto nell’uno contro uno, a fare rovesciate oppure gol. È un vantaggio rispetto alle nazionali. Non sentiamo nostalgia anzi, è abbastanza presente come figura. Non ci interessa di ciò che sarà il suo futuro, lo sappiamo ancor prima dell’inizio di questa avventura. Non è un tecnico che poteva rimanere molti anni in Nazionale, è un animale da campo, sarei stato sorpreso del contrario. Io sono un giocatore forte ma le stelle sono altre, anche il palmares parla per una stella. I gol di Messi, visti in tutto il mondo, se lo sono anche meritati. Quando lo facciamo io oppure Eder se ne parla, ma gli altri è giusto che abbiano un credito diverso”.
A Coverciano avevi detto di ammirare, per corsa e resistenza, il lavoro di Conte. Ora hai la sensazione che duri tanto questa forza che il ct vi ha dato? I tuoi cambi nel finale?
“Era già tutto chiaro dal ritiro, si vedeva la stanchezza che avremmo smaltito e i frutti si stanno raccogliendo ora. Nei secondi tempi corriamo molto, anche con la Svezia abbiamo mantenuto un livello di aggressività e di resistenza molto alto. Riguardo le mie sostituzioni, sono decisioni del mister, non so se per un motivo fisico o tattico, ma in entrambe le circostanze non ho chiesto io il cambio. Mi sento bene, ma capisco che ci sono giocatori forti in panchina che possono dare un contributo. Ci limitiamo, come sempre, a rispettare le decisioni dell’allenatore”.
Eri apparso fuori dai piani di Conte e anche della Roma. C’è una spiegazione di questa tua rinascita?
“Che prima passeggiavo e che ero fuori dai piani di Conte e della Roma… Lo dici tu, ero infortunato. Non è presunzione, il fatto di essere fuori dai piani di un allenatore sta nel fatto che non potevo giocare, un allenatore tiene in considerazione il fatto se un giocatore subisce per 3 volte una stiramento. Il discorso di questo cambio di valutazione, come dite voi, è dovuto anche dai risultati. Ho passato periodi in cui ho giocato molto peggio, nella Roma ho fatto ottime partite e sono stato in linea con il rendimento della squadra. Quando la squadra vince senza di me a Roma si sente dire “E’ fatta, ce lo siamo tolti di mezzo”… . Non è corretto, non è la realtà. Qui vengo valutato in seguito a prestazioni belle, secondo me con la Roma ne ho fatte anche di migliori”.
Un commento sull’Irlanda?
“Potrebbe essere un problema il fatto che loro avranno tutte le motivazioni del mondo, sono una squadra che dà tutto, nel 2012 abbiamo giocato contro di loro ed erano ultimi e fuori dal torneo, eppure hanno dato tutto in campo, anche i tifosi hanno cantato per tutta la gara, come se fosse la finale dell’Europeo. Noi non dobbiamo farci trovare impreparati. Non faremo regali, ma nessuno se lo aspetta. La vera Irlanda quella con la Svezia o quella con il Belgio? non saprei, non ho visto la prima partita. Come sempre sarà una squadra molto fisica che darà tutto. La solita Irlanda avrà qualche fastidio in più da darci”.
Un commento su Barzagli, Bonucci e Chiellini?
“Loro, assieme a Buffon, detto senza esagerare sono la difesa migliore del mondo, i giocatori più complementari che si possano trovare nel panorama calcistico mondiale, contagiati completamente dalla mentalità trascinante di Conte. Sono sempre tra i più carismatici, c’è poco da dire. Io faccio il mediano davanti alla difesa, per quello che sono le mie caratteristiche. Non sono nè Pirlo nè Iniesta, anche se mi marcano a uomo per 90′, forse mi hanno scambiato per qualcun’altro. Cerco di fare il mio, per limitare i pericoli ad una difesa che può benissimo cavarsela da solo. Mi sento un difensore aggiunto e un attaccante aggiunto quando si va in fase offensiva, alla fine è sempre un gioco di squadra. Se dobbiamo scaglionare i reparti, loro sono fenomenali”
Hai fatto riferimento a Roma in maniera un po’ malinconica in queste conferenze stampa. Ci puoi dire del tuo rapporto attuale con la Roma e con Roma?
“Il mio rapporto è ottimo, non c’è né malinconia né una richiesta d’aiuto. Sto benissimo, l’età mi ha insegnato a valutare voci e giudizi e l’esperienza mi ha insegnato che spesso chi ti giudica non sa nemmeno di cosa sta parlando e che non distinguerebbe un pallone di calcio da una noce di cocco, a Roma purtroppo succede spesso. Queste parole non mi aiuteranno nei vostri confronti, ma questo avviene anche per incompetenza. Non sempre c’è la capacità di saper analizzare una situazione, una giocata, un’annata, un infortunio. Non ho mai cercato di vendermi dietro le quinte in una certa maniera, come spesso avviene tra calciatori e giornalisti. Ho letto una bella intervista a Daniele Adani, diceva che bisogna essere rispettosi. Dietro ci sono ore di lavoro delicato, a volte bisogna pensarci due volte prima di sparare un giudizio. Già avere gente che ha l’umiltà di rendersene conto e di spiegare una cosa del genere è un passo avanti. Se dovessi fare questo lavoro me ne ricorderò”.
Roy Keane è rimasto molto colpito dal vostro gioco.
“I casi di Germania e Spagna li ricordiamo vincenti perché li abbiamo visti vincere. Nel caso della Nazionale siamo passati da grande sfiducia a mire troppo alte, non vogliamo caricarci di troppe responsabilità, bisogna essere realisti. Un Keane che ha fatto dell’agonismo e dell’intensità alcune delle armi migliori si può innamorare in una squadra come la nostra. Gli esteti tendono a rispecchiarsi nella Spagna. La soluzione è solo una: vincere per essere ricordati. Se il Leicester avesse perso il campionato a 2 giornate dalla fine lo avremmo dimenticato in fretta. La vittoria finale fa molta differenza e resta più impressa di una grande impresa che si conclude senza vittoria”.
Ancora sulla Raggi, prima donna sindaco di Roma.
“Siamo nel 2016, non ci dovrebbero essere distinzioni. Ora c’è un cambiamento perché il partito ha quattro o cinque anni di vita. Non sono un politico, non ho le competenze per dare dei consigli per dire quello che deve fare oppure no. Io sono tifoso del sindaco, di qualunque schieramento ne faccia parte. Non è una gara di calcio, ha vinto chi ha vinto, ora conta dare una mano ed essere collaborativi”.
Fonte: Sky Sport
Daniele De Rossi è uno dei leader indiscussi della nazionale azzurra, il centrocampista della Roma si trova benissimo nel gruppo scelto da Antonio Conte: “Uno che ti chiede tantissimo e ti ripaga con l’onestà”. Queste le sue parole:
“Forse è la prima volta che non c’è nessuno che ragiona più con l’io che con il noi. Conte è uno che ti chiede tantissimo e ti ripaga con l’onestà”.
Cosa ti è piaciuto di più dell’Italia in queste due prime partite?
“E’ una nazionale che sta mantenendo le promesse che avevamo fatto tra di noi. Avevamo promesso grande impegno, il mister ci aveva chiesto una totale immersione in questa avventura, dovevamo crederci ciecamente, dare tutto. E’ quello che richiede il suo calcio e questo è ciò che si è visto nelle partite. Mentre giochi fa piacere vedere i compagni che esultano per te, vedere quelli che entrano che fanno ottime prestazione. Anche i risultati hanno aiutato a far sì che questo aspetto emergesse ancora di più”.
Correte tantissimo, segnate nel finale di gara. La condizione è ottimale?
“Sì, stiamo bene fisicamente, abbiamo corso più di tutti e quello è il dato più rilevante. Il fatto di aver segnato tanti gol nel finale lascia il tempo che trova perchè tante squadre hanno fatto altrettanto in questo Europeo. Può essere una casualità ma non al 100%. Può significare qualcosa sicuramente perchè se una squadra crolla fisicamente dopo 60-70 minuti, poi è molto difficile che faccia gol al 90’ “.
Cosa ha di speciale Antonio Conte?
“Conte è un allenatore speciale. Molto particolare, diverso da tanti allenatori che ho avuto . E’ uno che ti chiede tantissimo e ti ripaga con l’onestà. Tu sai sempre che le scelte che farà – che ti possano piacere o meno – saranno dettate da quello che lui pensa sia il meglio per la squadra. Tanti allenatori dicono una cosa e poi ne fanno un’altra. Tanti valutano il condizionamento esterno, la stampa, l’importanza del nome. Noi invece qui ci sentiamo tutti uguali perché l’allenatore è così. E’ estremo da questo da punto di vista. Per quanto mi riguarda mi fa star bene. Anche qualora le scelte dovessero penalizzarmi”.
Tu sei il giocatore che hai segnato più gol in nazionale tra quelli in rosa. Qualche consiglio per gli attaccanti?
“Io ho giocato più di tutti in questa nazionale quindi ho avuto più possibilità di far gol. Più partite per far gol. Non devo consigliare niente, i nostri attaccanti stanno ben figurando. Pellè ha segnato alla prima partita, Immobile ha innescato quell’azione, Zaza ha fatto una sponda incredibile sul gol di Eder. Manca solo Lorenzo Insigne che è un altro talento incredibile e sono certo che presto troverà lo spazio per dimostrarlo in campo. Non ho consigli da dare…”.
Tu hai difeso Thiago Motta prima del torneo, praticamente il tuo rivale per un posto da titolare. Quanto sono importanti i leader come te e Buffon in questa squadra?
“L’allenatore non sceglie in base al nome o al talento spicciolo. Lui sceglie in base a che uomo sei, a che tipo di personalità sei all’interno dello spogliatoio, e penso che questo l’abbia riconosciuto in tutti e 23 che sono qui in Francia. Forse è la prima volta che non c’è nessuno che ragiona più con l’io che con il noi. Questa è una cosa che si dice sempre, ma è veramente tangibile in questa squadra. E’ importante avere un gruppo di persone per bene, focalizzate su un obiettivo: fare più gol degli altri, fare più vittorie degli altri e vincere l’Europeo”.
Quanto sarà diverso giocare nella fase a eliminazione diretta?
“Per me la prima partita è sempre la più ‘fastidiosa’. Non sai mai come andrà, l’emozione, l’atmosfera. Ma hai sempre la sensazione di avere una seconda chance. La seconda un po’ meno, la terza – non nel nostro caso adesso – può essere una partita da dentro o fuori. Dopo no. Dopo ogni partita è una finale. Ogni partita ti può portare a sognare in grande o sull’aereo per tornare a casa. Ci sarà un altro tipo di tensione, di carica”.
Cosa pensi dell’iniziativa ‘maglie azzurre’?
“E’ una cosa che abbiamo provato anche a Roma qualche anno fa. Vedere uno stadio tutto giallo e rosso sarebbe stato molto bello. Qui ne hai mezzo di stadio a disposizione. I tifosi delle altre squadre si vestono con i colori delle loro squadre. Anche se sei in parità numerica il colpo d’occhio fa la differenza. Quindi sono completamente favorevole che i nostri tifosi si vestano d’azzurro. Con una maglia normale o con quella dell’Italia, ma l’importante è che il colore predominante sia l’azzurro”.
Fonte: uefa.it