Particolare iniziativa della Roma, che nel bel mezzo del ritiro di Pinzolo ha lasciato che il giovane Lorenzo Di Livio, fantasista campione d’Italia con la Primavera, intervistasse Kevin Strootman, uno dei big più attesi tra le fila giallorosse. Ecco il testo dell’intervista:
Di Livio: Hai sempre fatto il centrocampista in carriera?
Strootman: “Generalmente ho sempre giocato a centrocampo, con voi ragazzi in allenamento ho fatto anche il difensore e qualche volta anche l’esterno sinistro”.
D: Ti ricordi la prima volta in cui hai cominciato a giocare a calcio?
S: “Ero in Olanda in un piccolo club con gli amici. Ricordo che piangevo spesso se perdevamo, mi divertivo molto ma già da piccolo volevo vincere”.
D: Crescendo chi è stato il tuo idolo?
S: “E’ dura, quando ero in Olanda mi piacevano Davids o Kluivert che avevano vinto la Champions con l’Ajax. Mi piaceva molto anche Zidane”.
D: Chi ha influenzato di più la tua carriera?
S: “Non so, ma sicuramente mi ha spinto molto giocare con mio fratello, abbiamo due anni di differenza ma quando potevamo andavamo a giocare insieme. Lui e i miei genitori mi hanno influenzato molto”.
D: Che sacrifici hai dovuto fare per diventare un calciatore?
S: “Sicuramente perdi gli amici, non vai alle feste e in vacanze. Da calciatore abbiamo tanti privilegi e penso che tutti i bambini sognano di fare il calciatore”.
D: Alla mia età sognavi già di essere un professionista? Sei cambiato da allora?
S: “Pensavo di inserirmi e restare tra i professionisti, ma soprattutto a divertirmi molto. Ho imparato tanto da allora”.
D: C’è un momento in cui hai capito che sarebbe stata la tua vita?
S: “No, forse il primo allenamento con la prima squadra. L’ho sempre sognato come milioni di bambini”.
D: Che consiglio vorresti darmi ora?
S: “A te? Nessuno in particolare, sei un professionista e fuori dal campo non ti posso dire nulla. In campo ti aiuterò, ma tutti dovremmo aiutarci”.
D: Che calciatore mi consigli di seguire per imparare?
S: “Sei un professionista, sai da chi devi apprendere certe situazioni. Non sono io che posso dirti cosa fare”.
D: Durante il tuo infortunio hai lavorato con la Primavera. Che ricordi hai di quel periodo?
S: “E’ stato molto positivo, non ero pronto per la prima squadra e abbiamo deciso di ripartire dalla Primavera. Era tutto molto veloce, ma mi avete aiutato tutti, vi preoccupavate su eventuali contrasti.”
D: Per concludere, qual’è la cosa migliore nel fare il calciatore?
S: “Che puoi vivere il tuo sogno, è la cosa più divertente. Sei un calciatore e ti pagano per questo. La carriera finisce a 35-36 anni ma fai quello che ti piace, ti diverti. E’ la cosa più importante”.
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