Che la Roma di Spalletti sia una squadra destinata ad offendere e con un dna offensivo lo si era capito anche nei cinque mesi della scorsa stagione, mesi in cui i giallorossi sono stati allenati dal tecnico toscano in maniera proficua dal punto di vista della prolificità realizzativa. In tutto 49 gol in 19 partite, alla media di ben 2,57 reti a gara (contro i 34 del girone d’andata con Garcia). Se non è una macchina a trazione anteriore, poco ci manca.
Spalletti però vuole più o meno lo stesso giochino anche quest’anno, con 6-7 giocatori pronti a riversarsi nella metà campo avversaria per provare a dominare la partita e l’avversario. E questo – scrive la Gazzetta dello Sport – anche a rischio di subire qualche ripartenza in parità numerica (tre contro tre o giù di lì), anche se ovviamente l’optimum sarebbe non sbilanciarsi troppo. Ci si lavorerà su, anche su questo. Nel frattempo i sincronisimi che vanno oliati sono proprio quelli descritti sopra. Così attaccherà la Roma, alla ricerca di una fluidità fondamentale per la fase offensiva.