(A. Angeloni) – Un difensore, come minimo, manca; la condizione fisica è buona, ovviamente non ottima; servirebbe un regista, Paredes non convince ed è cedibile fino a prova contraria. Poi, c’è la questione Manolas. Luciano Spalletti ha le idee chiare su tutti questi argomenti, sa perfettamente che la rosa a disposizione è di buona qualità ma non raggiunge l’eccellenza. Il concetto è chiaro, ribadito anche dopo l’ultima amichevole di Pinzolo. «Cerchiamo giocatori di prima qualità in base alle nostre possibilità». Questa è la strada maestra, la stella cometa. Che dovrà avvicinare la Roma alla Juventus, anche se appare tutto molto complicato. Ora gli States, poi il preliminare e il campionato (il 3 settembre amichevole contro il San Lorenzo, la squadra del Papa), il tempo vola.
KOSTAS QUEL CHE KOSTAS Lucio non vuole trovarsi scoperto nei ruoli, perché poi è difficile rimpiazzare. «Un difensore lo cerchiamo e lo prenderemo, a parte Nacho, ammesso che arrivi. Poi bisognerà fare delle valutazioni. Nel calcio di oggi qualche giocatore può pagare il fatto di avere mercato». Uno di questi è Manolas, il caso di Pinzolo. «Lo voglio nella Roma, ci ho già parlato. Mal di pancia? Ha questo strapotere fisico che gli va anche nel cervello e alza l’intensità dei discorsi. Mano è alla ricerca sempre di qualcosa che va sopra alla normalità, si butta con questa scivolata che arriva da tutte le parti e la usa anche a sproposito qualche volta, è un giocatore esuberante. Il suo strapotere fisico lo porta a volte oltre anche a quello che richiede il momento nel gioco e nei discorsi». Una difesa con o senza Manolas non è proprio la stessa cosa. E Spalletti ci si butta sopra, non accetta scherzi. Anche se da un po’ è partito il tiro al bersaglio contro il greco, che batte cassa e appare nervosetto. Spalletti se ne è accorto e non ha problemi a domarlo. La difesa, insomma, dovrà essere sistemata con la presenza del greco e con l’arrivo di un altro centrale più un esterno basso. Perché Florenzi potrà essere impiegato anche altrove, in tutti i ruoli dell’attacco, anche come falso nove, alla Nainggolan. «Ne abbiamo diversi di calciatori che possono giocare più avanti. Perotti è uno di quelli, poi torneranno El Shaarawy e Florenzi, c’è Iturbe che è un giocatore offensivo, ha qualità. Bisogna parlarsi e capire quale è l’obiettivo. Per quella posizione ci sono tanti giocatori e varie soluzioni».
LAVATRICE A METÀ La principale, per forza di cose, è Dzeko. «Per me lui è l’attaccante della Roma», il pensiero dell’allenatore. Che studia vari sistemi di gioco, dal 4-3-3 al 4-2-4 passando per il 4-2-3-1. Come la giri, serve un regista. «Su Strootman ci si può lavorare, ha grande forza, personalità, un impatto da camion. Magari perde qualcosa nel dare velocità alla palla e nello stretto. Paredes e Iturbe restano? Per il momento i piani sono questi. Siccome noi cerchiamo giocatori di prima qualità per quelle che sono le nostre possibilità, ora comincio a capire quello che diceva Sabatini quando parlava di coda di gatto maculato. Per cui: noi cerchiamo il difensore, ma se capitano delle situazioni sul mercato per cui ti entra dentro un grande giocatore ma per prenderlo devi fare a meno di qualcuno, allora ti trovi a dover ascoltare la situazione che ha mercato, non quello di cui potresti farne a meno. Poi bisogna lavorare per tamponare quell’uscita, però l’entrata è quella che ti può dare qualcosa in più». Come a dire, se arriva di meglio, li lascio andare via senza problemi. Anche perché le altre scappano, la Juve è un colosso e il Napoli con o senza Higuain rischia di rinforzarsi. «Se va alla Juve o meno per me è uguale. Se rimane al Napoli, Sarri avrà una squadra fortissima, se va alla Juventus, i bianconeri diventano ancora più forti. Certo, se il Napoli lo vende alle cifre che si dicono, poi può prendere cinque giocatori di grandissimo livello e può darsi che diventino ancora più forti. La Juventus mira a vincere la Champions se fa questi investimenti, anche perché di campionati ne hanno già vinti abbastanza. Ma loro hanno la rosa per gestire più situazioni». Ecco, la Roma no.