(S. Carina) – Nonostante le rassicurazioni pervenute ieri da Trigoria («Le proiezioni sono positive») non tutto è andato come ci si augurava. I mancati trasferimenti di Ljajic (contabilizzato attualmente a 7,8 milioni) e Iago Falque (solo rimandato di qualche giorno) al Torino, privano la Roma di almeno 9 milioni che vanno a pesare sul bilancio chiuso nelle ultime ore. Non avendo trovato in questi mesi fonti di ricavo alternative (leggi sponsor), ancora una volta il compito di alleggerire i conti è gravato esclusivamente sulle spalle di Sabatini. Che nell’ultimo periodo è riuscito attraverso le cessioni di Pjanic e Politano più alcuni prestiti (su tutti Doumbia) a guadagnare, tra ammortamenti, plusvalenze e cartellini, una quarantina di milioni. Nonostante l’ingente somma, il club sperava in qualcosa in più per rispettare il limite dei -30 milioni imposto dalla Uefa per gli ultimi due esercizi finanziari (lo scorso anno Roma ha chiuso a -41,2, dai quali tuttavia vanno detratte alcune voci come le spese investite nel vivaio). A complicare i piani del ds è stato l’infortunio di Ruediger: il ko del tedesco ha privato la Roma di 20 milioni. Anche se il bilancio verrà redatto a fine settembre e quindi sarà pronto a ottobre, il club seppur di poco non dovrebbe rispettare i paletti imposti dal fair play finanziario. A Trigoria non fanno drammi: avendo dimostrato un comportamento virtuoso, si attendono al massimo il pagamento della multa di 4 milioni (già prevista) ma non ulteriori sanzioni. Difficile tracciare una linea precisa e capire di quanto la Roma sia sopra. Nemmeno i comunicati ufficiali riguardanti i riscatti aiuteranno a capire qualcosa in più. Perché se per Ruediger (9 milioni), Gyomber (1,5), El Shaarawy (13) e il tandem Nura-Sadiq (5), la Roma ha speso 28,5 milioni, è anche vero che questi esborsi slitteranno nel prossimo esercizio finanziario, alleggerendo temporaneamente la situazione (e consentendo tra l’altro alla società di rispettare i nuovi input sulla liquidità voluti dalla Figc).
SCOGLIO PRELIMINARE Chiusa la prima fase del mercato, si apre oggi la seconda che arriverà sino al preliminare di Champions (16/17 agosto l’andata, 23/24 il ritorno). Poi, a seconda dell’esito, ce ne sarà una terza. Perché è inutile mettere la testa sotto la sabbia e far finta che non cambi nulla: tra qualificarsi o meno ballano decine di milioni. Conti alla mano: 12 milioni per la sola partecipazione; più 1,5 milioni per vittoria e 500 mila euro per pareggio; 5,5 milioni per chi si qualifica agli ottavi, senza contare il market pool, cioè la percentuale spettante ai club dell’incasso dei contratti televisivi siglati dalla Uefa. Nella stagione che si è appena conclusa, la cifra si aggirava attorno ai 100-105 milioni (non è comunicata ufficialmente) che viene suddivisa così: la prima metà in base al piazzamento in campionato (50% alla prima, 35% alla seconda e 15% alla terza) e l’altra in funzione del numero di gare disputate nella competizione. Se a queste voci si aggiungono gli incassi del botteghino, complessivamente tra partecipare alla Champions e non farlo ballano almeno 50 milioni. Che fanno tutta la differenza del mondo vista la forbice con il paracadute per chi scivola in Europa League (10 milioni). Da qui in avanti c’è dunque da attendersi sino al preliminare un mercato volto al completamento della rosa, senza grandi sussulti.
AFFARI DI ASSESTAMENTO Un terzino sinistro è stato già preso (Mario Rui), uno destro è in dirittura d’arrivo (Zabaleta). Pronta anche l’alternativa (Zappacosta). Poi due centrali. La prima scelta è Vermaelen (mancino) ma i costi (e il piede sinistro) lasciano aperta più di una porta a Juan Jesus. Caceres, bloccato da febbraio, attende una risposta. Per Szczesny invece si aspetta la conclusione degli Europei. Il polacco vuole restare ma continua a chiedere la permanenza del preparatore Nanni che invece Sabatini e Massara hanno deciso di sostituire (contattato Spinelli, ora in Nazionale con Conte). In mediana seguiti Badelj, Tielemans e Wjanaldum. Età e costi differenti. Per loro, potrebbe decidere la qualificazione o meno alla Champions.