(A. Austini) – Se fosse uno dei sette nani, si chiamerebbe Brontolo. Kostas Manolas, invece, è grande, grosso e vaccinato. E tenerlo a bada è tutt’altro che semplice, a maggior ragione se qualcuno (pare il Chelsea di Conte in prima linea) lo corteggia dall’Inghilterra, gli offre tanti soldi (oltre 4 milioni netti di stipendio, 32 per il cartellino) e la prospettiva di giocare un campionato affascinante come la Premier. Per vincerlo.
La Roma, che vede allontanarsi sempre più laJuve, ora gli sta un po’ stretta, questo non significa che la lascerà a breve. Anzi. Dopo la chiamata di Sabatini per ribadirgli che non è sul mercato e una chiacchierata in privato conSpalletti, ecco dagli Stati Uniti la presa di posizione di Pallotta: «Per quale diavolo di motivo Manolasdovrebbe andare via?», ci risponde infastidito il presidente alla domanda su una possibile partenza del greco. Si dirà: aveva detto più o meno le stesse cose in passato di Benatia e Pjanic. Vero, ma stavolta la Roma sembra seriamente intenzionata a fare muro. Il momento in cui la società ha valutato una cessione è già passato, complice l’infortunio di Rudiger. I dirigenti hanno valutato la possibilità di «aggirare» la clausola del contratto che costringerebbe il club giallorosso a girare all’Olympiacos il 50% dell’incasso di un’eventuale cessione fino al prossimo 1° settembre, pianificando una partenza di Kostas in prestito oneroso alla cifra più bassa possibile e riscatto obbligatorio da 30-35 milioni. In quel caso alla società di Atene sarebbe spettato solo il 50% della cifra incassata per il prestito, al netto di ricorsi (Fifa e/o Tas) sulla carta possibili.
Discorso superato, la Roma vuole tenersi stretta Manolas almeno per un’altra stagione e cercherà di tranquillizzarlo con un rinnovo del contratto al momento in altissimo mare. Ce n’è bisogno, a giudicare con un po’ di malizia gli atteggiamenti di Kostas a Pinzolo. Si è già fermato diverse volte per banali colpi subiti in allenamento, lui che è ormai è una «macchietta» per i compagni, divertiti dalla sua ipocondria. Tutti tranne Strootman, uno a cui non piace molto scherzare.
Ieri due nuovi episodi. Al mattino Manolas si è scontrato con Totti e mentre lasciava il campo ironicamente Zukanovic mimava il pianto di un bambino. Ma un successivo e superfluo colpo di tacco ha provocato il rimprovero di Kevin. Nella partitella a campo ridotto del pomeriggio il greco è finito a terra dopo un contrasto col baby Di Livio lamentandosi dell’intervento. Iturbe lo ha invitato a riprendere la seduta, Strootman e Dzeko gli hanno fatto notare che era meglio restasse fuori. Manolasnon l’ha presa benissimo, poi si è chiarito con l’olandese e ha ripreso l’esercitazione.
Normali dinamiche di campo, dove i caratteri dei giocatori emergono in tutte le loro differenze.Spalletti stesso ha imparato a conoscere quanto sia fragile e ai limiti dell’«isterico» il difensore, che ad esempio chiese la sostituzione per avere preso un dito nell’occhio da Higuain nell’ultimo Roma-Napoli.
Il tecnico è pronto a gestirlo e integrarlo con Juan Jesus e, al ritorno nella Capitale, con Nacho, che ha accettato l’offerta giallorossa e domani dovrebbe liberarsi dal Real Madrid. «Sono due difensori di esperienza – aggiunge Pallotta confermando l’imminente arrivo dello spagnolo – e ci daranno una grossa mano. La squadra sta già facendo un lavoro duro e sarà pronta per il playoff di Champions».
La rosa per il doppio appuntamento europeo è pressoché formata, manca solo la conferma di Szczesny(vicina) per chiudere questa prima fase, ma Sabatini progetta almeno altri tre possibili innesti. Unterzino destro non prima di aver piazzato altrove Torosidis, Zukanovic e Gyomber, un centrocampista (vedi Diawara) al posto del probabile partente Paredes e un attaccante. Intanto si è finalmente sbloccata la doppia cessione al Torino di Ljajic e Iago Falque, che frutterà quasi 10 milioni complessivi. Il serbo si è accordato con i granata e domani dovrebbe svolgere le visite mediche insieme allo spagnolo. Adem saluta per sempre, Iago si trasferisce in granata in prestito con diritto di riscatto fissato a 5-6 milioni.