(A. Serafini) Almeno per una volta il sorriso riesce a prendere il sopravvento su quello sguardo inconfondibile. Il viso di Kevin Strootman è più disteso del solito: le gambe vanno, il ginocchio non fa più male e di conseguenza si ravviva la voglia di annunciarlo pubblicamente. Non è certo tipo da battute l’olandese, anche se un argomento in particolare sembra stuzzicarlo: basta nominare Pjanic e il suo passaggio poco digerito alla Juventus. Dopo Nainggolan, anche il numero 6 si permette di scherzare sul suo vecchio amico. Quando viene tirata in ballo, nome per nome, l’attuale campagna acquisti dei bianconeri, Strootman interrompe la domanda con un semplice, ma significativo: «Pjanic chi?».
D’altronde l’orange non ha mai metabolizzato gli episodi andati in scena allo Juventus Stadium in quel famoso 5 ottobre 2014, quando venne insultato e provocato in tribuna tra sputi e minacce. Il quell’occasione il centrocampista, ancora infortunato, rispose per le rime mentre De Rossi cercava di calmarlo. A volte quindi si possono anche intraprendere decisioni definitive, tanto che la risposta è secca quasi come la domanda: «Andare in futuro alla Juventus? No, io no». L’importante per il momento è proseguire senza intoppi su quel percorso iniziato nel finale della passata stagione, quando i segnali del ginocchio registravano soltanto importanti passi in avanti. Condizione che Strootman sta lentamente recuperando anche in questa prima settimana a Pinzolo, con allenamenti completi e senza aver mai accusato un fastidio particolare all’articolazione.
La strada però è ancora lunga: «Mi sento bene e sicuramente sono felice – ha commentato con il sorriso – però non sono ancora al top, c’è bisogno di tempo per raggiungere il 100%. Ha ragione Spalletti, l’unico modo per tornare in forma è giocare le partite». Se continuerà così, la Roma spera che le giochi tutte e con quell’abito da leader che finora si è cucito addosso tra le Dolomiti. Sempre il primo a spingere il gruppo in allenamento, sicuramente il più chiacchierone in campo nel dare consigli e indicazioni ai compagni più giovani. Se c’è qualcuno su cui puntare nella prossima stagione quindi, non sembrano esserci dubbi: «Non mi sento particolari responsabilità, preferisco stare bene per aiutare la squadra, altrimenti non posso farlo. La Roma ha tre capitani (Totti, De Rossi Florenzi), bastano loro». Per un unico obiettivo: «Non giochiamo mai per il secondo posto, la Roma deve sempre lottare per lo scudetto. È vero che la Juventus è forte e compra grandi giocatori, ma questo non significa rinunciare a lottare».
Da tempo poi sono partiti i contatti con il suo procuratore per il prolungamento del contratto, in scadenza nel 2018. Accordo che potrebbe ufficializzarsi entro la fine dell’estate. Come confermato dal giocatore: «È vero che stiamo parlando con la Roma, ci sono ottimi rapporti. A me però interessa soltanto tornare in campo, il contratto ce l’ho e loro lo sanno. Adesso fatemi giocare».
Ieri ha ricominciato a farlo in gruppo anche Francesco Totti, che ha smaltito del tutto l’affaticamento ai flessori della coscia destra. Il capitano, sostenuto dagli applausi della tribuna (per l’ultimo week end è previsto un nuovo arrivo in massa dei tifosi romanisti) si è messo in mostra durante la partitella finale con un assist di esterno per Salah. Assenti dalla seduta Manolas, Mario Rui (oggi verrà presentato in conferenza stampa al fianco del dg Baldissoni) e Strootman, tutti rimasti a riposo a scopo precauzionale. L’ultima amichevole (che chiuderà il ritiro) in programma domenica con il Terek Grozny registrerà inoltre a presenza di una parte dei gruppi organizzati arrivati per l’occasione nella capitale. Ieri sul campo di allenamento apparso il primo striscione: «Allenatore, commercialista, operatore di mercato, ma di fare il tifoso ti sei dimenticato?».