(F. M. Magliaro) – Il vicesindaco di Roma ritiene che l’intervista sul progetto dello Stadio della Roma di Tor di Valle, pubblicata ieri, non “rifletta fedelmente il suo pensiero né quello dell’Amministrazione”. Nel ringraziarlo per la cortesia dimostrataci, parlando con noi, in una giornata piena di impegni, alcuni dei quali poco piacevoli come un appuntamento dal dentista, abbiamo deciso di pubblicare l’audio integraledella telefonata intercorsa fra il nostro cronista che, da ieri, può essere ascoltata online sul sito de Il Tempo e di raccontare la genesi e l’epilogo di questa vicenda, prendendo atto che, a quanto pare, ieri lo Stadio “non era una priorità”, oggi si vuole “aprire un percorso comune con la società giallorossa affinché lo stadio si faccia in tempi rapidi”.
Tutto nasce da un articolo del giorno prima in cui lanciavamo un “allarme” al Campidoglio: per esaminare il dossier Stadio, al Comune rimangono solo 30 giorni. La “legge Stadi”, infatti, non contempla un tempo specifico entro cui il Comune deve o consegnare in Regione le carte, se “buone”, per l’avvio della Conferenza di Servizi decisoria, oppure rigettarlo come incompleto e chiedere eventuali integrazioni. Tuttavia, una serie di avvocati esperti in diritto amministrativo interpellati avevano spiegato che in questo momento dell’iter si applica la legge 241/90, quella che regola il procedimento amministrativo, e che indica in 90 giorni il tempo massimo a disposizione degli uffici comunali per completare questa analisi.
Trascorsi questi giorni – la cui scadenza è il 28 agosto – la Roma potrebbe ricorrere al Tar per “silenzio in adempimento” e chiedere la nomina di un commissario ad acta. In quell’articolo, avevamo riportato un’informazione che ci era giunta da dentro il Campidoglio, e cioè che il dossier Stadio era sul tavolo, oltre che dell‘assessore all’Urbanistica, Paolo Berdini, anche del vicesindaco con delega allo Sport, Daniele Frongia. Durante la mattina, veniamo contattati su Whatsapp dallo stesso Vicesindaco che, scusandosi per non aver risposto a nostri precedenti tentativi di metterci in contatto con lui, giustificati con l’assenza di un addetto stampa, chiede come fare per rettificare questa informazione errata a causa della quale “mi stanno massacrando”, “pure la As Roma mi sta tartassando”. A quel punto gli proponiamo un’intervista in cui affrontare tutto il tema Stadio. A distanza di alcuni minuti, riceviamo una chiamata dall’ufficio stampa dell’Amministrazione Raggi e, verso le 10.30, si raggiunge un accordo per fare un’intervista a Frongia. Durante le ore successive, proviamo a metterci in contatto con il Vicesindaco, impegnato, però, in alcune riunioni. Finalmente, alle 14.44, riusciamo a parlare con Frongia. Iniziamo la nostra conversazione telefonica che durerà solamente 6 minuti.
Come è prassi, per avere la certezza di non perdere neanche una parola di ciò che l’intervistato afferma e poterla quindi riportare il più fedelmente possibile, registriamo questa conversazione, come avverrà con quella successiva. Durante la chiacchierata poniamo a Frongia le prime domande sulla questione Stadio, una soprattutto, quella nella quale chiediamo conto della volontà politica dell’Amministrazione Raggi sul dossier. Ovviamente, l’interesse è quello di sapere se, dando seguito alle dichiarazioni rese in campagna elettorale dal Sindaco e dall’assessore Berdini, la Giunta intenda lavorare per modificare o cancellare la delibera di pubblico interesse oppure lasci cadere la cosa e si appresti a portare il dossier in Conferenza regionale. Le domande – le stesse poi ribadite più tardi e riportate nell’intervista – sono molto tecniche e il Vicesindaco chiede di poter interrompere per confrontarsi con il titolare dell’Urbanistica, Berdini, per poter essere più preciso.
Ore 18.42: inviamo un messaggio al vicesindaco facendogli presente che si sta facendo tardi. La risposta giunge un minuto dopo, con una breve nota che ricalca quasi integralmente il post pubblicato su ieri Facebook ma con una postilla in più: “Abbiamo acquisito la corrispondenza della gestione commissariale con la As Roma – scrive il Vicesindaco – ed effettivamente il Comune aveva richiesto la documentazione mancante alla Roma. Ecco perché siamo arrivati a luglio”. Molto rapidamente cerchiamo i proponenti del progetto per chiedere conto di questa notizia ma riceviamo una secca smentita: da quando è stato presentato il progetto definitivo (30 maggio 2016) non sono mai state richieste integrazioni documentali né formalmente né informalmente. Di questa risposta, sempre via Whatsapp, informiamo il Vicesindaco, citando testualmente: “i proponenti dicono che non esiste nessuna corrispondenza commissariale post consegna del 30 maggio“. Alla fine, alle 19.21, arriva il via libera: “Chiama ora”. E inizia la nostra conversazione, la cui durata è di 20 minuti e 39 secondi. L’audio integrale e originale, come detto, è a disposizione.
In chiusura, quale testimonianza di correttezza, avanziamo la proposta di inviare sia al Vicesindaco che all’Ufficio Stampa il testo dell’intervista così come sarebbe andato in pagina. Cosa che avviene alle 20.32. Dopo pochi minuti, veniamo contattati dall’Ufficio Stampa che chiede conto delle affermazioni più “forti” riportate nell’intervista, a partire da quella il ritardo “è solamente colpa della Roma”. Rispondiamo inviando il passaggio dell’audio. Telefonata con l’Ufficio Stampa che si dichiara sorpreso del tenore dell’intervista, poiché l’idea era che il Vicesindaco rispondesse in modo “morbido”. Ribadiamo telefonicamente che abbiamo riportato fedelmente nello spirito e nella lettera le dichiarazioni del Vicesindaco. L’obiettivo delle domande rivolte in ogni modo al Vicesindaco era uno solo: appurare e registrare quale fosse la volontà politica dell’Amministrazione Raggi sul progetto Stadio. Stando al Governo e non all’opposizione. Registriamo con la medesima pignoleria che tutte le cose dette ieri, sono state superate dal post odierno su Facebook e che “lo Stadio si faccia in tempi rapidi e nel pieno rispetto dell’interesse pubblico e della legge“. Poteva dirlo subito. Sulle ultime frasi, di Frongia, ci limitiamo a un sorriso: si dev’essere ridotti davvero a mal partito per provare con mezzucci simili.
Sembra tutto a posto. Invece, alle 21.56, a pagina chiusa, il Vicesindaco si palesa su WhatsApp dicendo “non ho mai detto è tutta colpa della Roma, sic te simpliciter” e che il riferimento alla richiesta di integrazioni della gestione commissariale andava riferito “dall’insediamento Tronca 2015, ovvio che dal 30 maggio 2016 la Roma non abbia ricevuto nulla. La frase era molto più articolata. Sei entrato a gamba tesa” e chiedendo la rettifica. In risposta, inviamo anche a lui il frammento audio sulla responsabilità, suscitandone il disappunto per non averlo preavvisato della registrazione della telefonata. Le lamentele del Vicesindaco proseguono fino al punto di scrivere: “avevi in mente di farmi dire delle cose. Siccome non te le ho dette, ti sei rivoltato il tutto. E partiamo sempre dal dossier arrivato sulla mia scrivania…“.