(M. Pinci) Verrebbe da scomodare quegli amori che non finiscono e fanno dei giri immensi, ma la citazione potrebbe apparire irriverente. Perché, più semplicemente, quest’amore non è mai finito: Franco Baldini e la Roma si ritroveranno. Anzi, si sono già ritrovati: ancora una volta, la terza in vent’anni. Non è una suggestione, né un’idea: è una certezza. Paradossale forse, dopo l’addio burrascoso e accompagnato da lacrime collettive tre anni fa (esatti). Incredibile, persino. Come incredibile è che lui si sia fatto convincere dalle pressioni avviate quasi un anno fa da Pallotta, dopo una serie di «No, thanks». Con lui, con il presidente americano della Roma, il legame però è sempre rimasto solido: lo ha aiutato a incontrare Guardiola, che Mr President voleva convincere a guidare la Roma nel dopo-Zeman. I due hanno continuato a frequentarsi durante il soggiorno londinese dell’ex dg romanista e a maggio il corteggiamento è andato in porto. Una cena in cui il presidente ha forse trovato l’incarico giusto per Baldini: non più dirigente operativo, ma consulente esterno. Sarà un uomo di pubbliche relazioni, utile con le sue conoscenze ad avviare colloqui con possibili partner. Con questo incarico ha già avviato i discorsi con sponsor orientali: magari uno potrebbe diventare il nuovo logo sulle maglie della Roma. Ma a Trigoria non si vedrà spesso: complice l’ultima esperienza, vorrebbe frequentarla il meno possibile, galleggiando tra Londra e gli Usa, magari limitando le comparsate a Roma. Felicissimo Spalletti, che con lui ha un legame intimo: l’appuntamento tra i due a metà maggio, al fashion food-ball di Firenze, era qualcosa più di una cena tra amici. Quasi un incontro programmatico. E Baldini, che aveva avuto un ruolo già nell’ingaggio a gennaio del tecnico di Certaldo. Ora i due toscani si ritroveranno sotto la stessa bandiera, quella cui evidentemente l’ex generale manager della nazionale di Sua Maestà non sa proprio dire di no.
Il ritorno di Franco Baldini, a questo punto, consentirà alla Roma di sentirsi anche meno indifesa in caso di nuove criticità con il ds Sabatini: quando – tra un anno o a settembre – il ds dovesse lasciare, avrà già in organico un dirigente in grado di non farne sentire la mancanza. Oltre a lui, però, arriverà anche un nuovo dirigente italiano, già a giorni: un nome per sostituire, a livello numerico, l’ex ad Italo Zanzi. C’è poi la questione Totti, che con Franco non s’è mai preso: di questo, però, ci sarà tempo per parlare.