(F. Balzani) – I conti tornano, ma non brillano. E non permetteranno alla Roma di fare un mercato a cinque stelle. Ieri, infatti, il club giallorosso ha chiuso il bilancio più delicato della sua storia recente con proiezioni positive nonostante non si sia ancora conclusa la cessione di Ljajic al Torino per 7 milioni. II biennio preso in esame dall’Uefa per il Fair Play finanziario, dal giugno 2014 al giugno 2016, aveva un rosso di quasi 40 milioni. Con i 32 di Pjanic, i 2 per Doumbia, i 3,5 di Politano e i 500mila di Vestenicky si è arrivati quasi a parità e allo Studio Tonucci si è tirato un sospiro di sollievo in attesa di spedire tutta la documentazione all’Uefa nei prossimi mesi. Il bilancio delle entrate per quest’anno quindi sarebbe a posto. Poi però ci sarà da rispettare l’obbligo di mantenere il pareggio di bilancio entro il 2018 con o senza qualificazione in Champions.
LEGGO Bilancio ok, ora la Roma compra. La difesa primo obiettivo
Per questo la 2° fase del mercato, quella in entrata, dipenderà molto da nuove cessioni dalle quali Sabatini conta di ricavare almeno altri 20 milioni tra cartellini e ingaggi: Ljajic e Falque al Torino (il serbo darà una risposta definitiva ai granata entro il week end, ma incombe il Milan), Sanabria a Betis o Tottenham e Castan alla Samp sono quelle obbligate. Con quei soldi il ds dovrà colmare i tanti buchi nell’organico, soprattutto in difesa dove oltre a Zabaleta (3,5 milioni) e Mario Rui (3 per il prestito) servirà un altro terzino (Zappacosta in pole) e un centrale da affiancare a Manolas. Svaniti gli obiettivi Benatia e Skertel restano Vermaelen e Juan Jesus. A centrocampo è da tempo in canna Wijnaldum mentre in attacco molto dipenderà dalla permanenza di Dzeko.