Wojciech Szczesny ha lasciato la sua prima intervista ufficiale dopo il suo ritorno a Roma:
“Il mio messaggio? Quello di crederci sempre”, ha dichiarato il portiere polacco rivolto a tutti i giallorossi. “Già lo scorso anno abbiamo dimostrato quello che possiamo fare e sono sicuro che in questa stagione faremo altrettanto da subito e con il vostro sostegno potremo fare grandi cose”.
Come ti senti a essere di nuovo nella Roma?
“Sono molto felice. Dopo una buona stagione c’è stata la possibilità di tornare e sono contento che il mister mi abbia voluto. Spero che riusciremo a fare ancora meglio della scorsa stagione e lottare per lo Scudetto”.
Hai già parlato con Spalletti?
“No, non ho parlato con il mister ora, lo avevo fatto prima di partire e sapevo che voleva che tornassi. Abbiamo avuto un buon rapporto lo scorso anno e non vedo l’ora di ricominciare a lavorare con lui, e vedremo fino a dove riuscirà a condurci”.
Hai lasciato la Roma al terzo posto. Quali sono gli obiettivi per la prossima stagione?
“Sono alla Roma per vincere lo Scudetto, non ho altri obiettivi. Lo scorso anno abbiamo disputato un ottimo girone di ritorno ma quando sei in un grande club puoi dirti soddisfatto soltanto se lotti per il titolo”.
Per molti l’esito del prossimo campionato è scontato con la Juventus che parte favorita.
“Non voglio ragionare in termini di favorite. Sulla carta, probabilmente lo è, ma l’anno scorso nella seconda parte della stagione abbiamo dimostrato di saperci esprimere a grandi livelli e a lungo. Se continueremo così penso che quest’anno avremo buone probabilità”.
A metà agosto la Roma dovrà affrontare il preliminare di Champions League.
“Sarà una doppia sfida molto importante. Se sei un grande club la Champions League è il palcoscenico in cui ti vuoi esibire per misurarti con le migliori squadre d’Europa. Spero di passare questo turno e poi di fare bene nel torneo”.
Cosa ti aspetti a livello personale dalla stagione?
“Non ho obiettivi personali. Sono in una fase della carriera in cui conta di più la squadra, la sua crescita e la possibilità di vincere titoli. Ovviamente spero prima di tutto di giocare, ci sarà una bella rivalità con Alisson. Ho visto qualche partita ed è un portiere molto forte. Non vedo l’ora di lavorare con lui. Ma più dei miei obiettivi personali contano quelli della squadra”.
Che compagno è stato Morgan De Sanctis nella scorsa stagione?
“Morgan è stato incredibile. L’ho detto dal primo giorno. Sono arrivato senza conoscere una parola di italiano, senza conoscere la cultura o lo stile di calcio e Morgan mi ha aiutato molto, mi ha dato una grande mano, come me l’ha data Bogdan Lobont, che è ancora qui e voglio continuare a imparare da lui. Entrambi mi hanno dato sempre consigli preziosi. È fondamentale fare esperienza e imparare dai colleghi più esperti”.
Hai sentito i tuoi compagni durante l’estate?
“Sì, ho parlato con qualcuno durante l’estate, ho sentito Radja e abbiamo un gruppo whatsapp per tenerci in contatto. Sapevano che c’era la possibilità che tornassi e anche loro ci tenevano a restare in contatto. Sono contento che il gruppo sia rimasto grosso modo lo stesso, oltre a qualche innesto importante. La squadra mi sembra molto forte”.
Qui a Roma si parla molto di un tuo ex compagno di squadra: Vermaelen. Cosa ne pensi?
“Vermaelen è un ottimo calciatore. Non l’ho sentito spesso da quando ha lasciato l’Arsenal, ma è un calciatore molto forte. Se dovesse arrivare, ne sarei contento perché è un buon amico e un grande calciatore”.
Hai partecipato a Euro 2016 con la Polonia. Che esperienza è stata?
“È stata un’esperienza complicata per me. Avevo lavorato duro per essere il portiere titolare, avevo avuto la sorte di essere preferito a Fabianski ma purtroppo mi sono infortunato dopo la prima partita, e da lì per me è stata dura. Ma per la squadra è stata un’ottima esperienza. Abbiamo perso ai calci di rigore contro il Portogallo in un modo che a mio avviso non doveva succedere. C’è un po’ di delusione perché potevamo fare meglio ma al rientro in patria tutti erano contenti e l’opinione dei tifosi è quella che conta di più e loro erano orgogliosi di noi”.
Fonte: Asroma.com