Oggi pomeriggio, alla vigilia del match di ritorno tra Roma e Porto, Luciano Spalletti e Kevin Strootman hanno incontrato i giornalisti. Ecco le loro parole.
Che sensazioni hai del tuo ritorno?
Mi sento bene, non sono ancora al top come livello ma sto bene. Ho giocato per la prima volta 2 partite in 3 giorni. I miei compagni mi aiutato e questo mi rende le cose più facili. Sono pronto per giocare.
Partirete subito all’attacco?
E’ meglio non parlare dell’avversario, preferisco parlare della Roma. Deciderà il mister cosa fare sul campo. Sarà una partita difficile, si è visto all’andata. Abbiamo iniziato bene, dopo l’espulsione loro si sono resi pericolosi davanti. Sarà difficile ma dobbiamo essere al top, è una partita speciale e dobbiamo essere pronti
Con l’Udinese hai giocato con la fascia da capitano al braccio… Domani giochi?
Non lo so se gioco. E’ qualcosa di speciale la fascia, ma in questo club è chiaro chi sono i tre capitani, io sono contento per questa partita, per aver giocato con la fascia. Ma è il club del mondo dove c’è maggiore chiarezza su chi sia il capitano.
Quanto ha influito l’ambiente a Oporto? Cosa ti aspetti dall’Olimpico?
Magari sarà così anche all’Olimpico. Con lo stadio pieno è difficile giocare per l’avversario, è come se giochi in 12. Io spero che tutti i tifosi vengano allo stadio e che sia pieno. In questa maniera sarà meno difficile per noi, magari sarà così domani.
Alla Roma potrebbe bastare lo 0-0, è un elemento fastidioso dal punto di vista psicologico?
E’ una cosa difficile, ma quando noi entriamo in campo vogliamo vincere la partita, vogliamo segnare, non possiamo giocare tutti in difesa, non ci abbiamo mai giocato se non in 10 col Porto. Gli ultimi venti minuti devi pensare a questo, ma noi entriamo per vincere la partita e dobbiamo giocare così.
Ci sono stati momenti di tensione nel finale col Porto…
Non mi ricordo (ride, ndr).
Possono esserci delle scorie viste queste cose?
Non lo so, noi entriamo in campo per vincere la partita. E’ una partita importante per noi e per loro, è una partita da tanti milioni, per calciatori e club. Vogliamo vincere entrambe, sono cose che succedono, forse anche domani succederà, ma vediamo in campo.
Domani servirà personalità, ti senti pronto a trascinare i compagni?
Io voglio sempre aiutare la squadra, abbiamo tanti calciatori con personalità, con più esperienza di me, forse è la prima partita in Champions per me. Gli altri hanno giocato tanto tra Europa League, Champions e Mondiale. Abbiamo tanti calciatori che hanno giocato la Champions negli ultimi 2 anni, sanno quello che devono fare per vincere partite così importanti e particolari. Anche domani lo sarà, abbiamo tanti calciatori che sanno quello che devono fare.
Spalletti sta lavorando insieme a te per metterti nel ruolo di regista?
No, non ha lavorato solo con me. Lavoriamo tanto dal punto di vista tattico, è importante per vincere una partita. Dopo il primo tempo abbiamo cambiato qualcosa e abbiamo vinto 4-0 poi. Spalletti è tatticamente fortissimo, dobbiamo ascoltarlo e fare il nostro lavoro. Tutti i centrocampisti della Roma possono giocare in diversi modi, anche io e gli altri. Se il mister mi mette a sinistra, a destra o davanti la difesa è uguale, sappiamo quello che dobbiamo fare in tutti i ruoli
“Florenzi e Torosidis non convocati”.
Qual è il significato di questa partita?
“Parlare di questa partita è facile, non è la partita di domani che aspetta noi, noi vogliamo incontrare lei. Noi l’abbiamo desiderata per otto mesi, abbiamo lavorato per essere qui domani, è quello che volevamo, che desideravamo. È lei. È dall’anno scorso che è tutto per noi. Ci può dare le chiavi per salire sul palcoscenico più prezioso d’Europa. Noi siamo pronti a giocarla, perché da 8 mesi vogliamo essere lì domani sera”.
Il risultato dell’andata deve essere spazzato via?
“Sì nel modo di prepararci e lavorare. È chiaro che i giocatori dovranno essere esperti. Prepararsi in modo sbagliato o facendo troppi calcoli si rischia di abbassare il livello della qualità. Dobbiamo entrare dentro e fare la nostra parte. E questa dovrà essere quella di far vedere che vogliamo vincere le partite difficili come questa”.
Terza partita in una settimana, può influire sulle scelte?
“Domani devo far giocare la migliore formazione, cercherò di scegliere quelli che hanno più qualità per la nostra ricerca. Mi influenza solo chi non è a disposizione. Le valutazioni andranno fatte a inizio partita e con lo scorrimento della partita, ma è abbastanza chiaro”.
Cosa vuole non si ripeta rispetto all’andata?
“Sotto l’aspetto della gestione, dell’esperienza, del vantaggio non abbiamo fatto il meglio. Nel secondo tempo abbiamo abbassato il tentativo di giocare, eravamo in inferiorità ma nel finale di partita abbiamo passato 5 minuti alla bandierina avversaria, riconquistando palla lontano dalle insidie. Mi aspetto che le cose si possono fare anche nelle difficoltà, dovrà essere un marchio che esibiamo tutte le volte che ci viene data la possibilità di indossare questi colori”.
Con l’Udinese ha allargato gli esterni. Domani dovranno spingere entrambi o ne vuole uno bloccato?
“Ho solo una scelta da fare, se non la uso subito lo farò in mezzo alla partita. Scelgo come sempre, la mentalità, il fare le cose. Non ci affideremo al destino, noi determiniamo quello che sarà. Si va a giocare la partita a testa alta, a tentare di vincerla, non ad aspettare che vengano a giocare cercando il gol”.
La squadra ha la sua stessa consapevolezza delle qualità che ha?
“Analisi corretta. Possiamo fare di più, la palla non scorre bene come deve. Dobbiamo trovare un equilibrio, l’equilibrio va livellato verso l’alto, sicuramente non verso il basso. Dobbiamo migliorare in qualità e velocità che inseriamo nel nostro modo di interpretare la gara”.
Conterà l’esperienza dei giocatori? Szczesny ha più esperienza di Alisson? Emerson non ha forse l’esperienza adatta?
“Devo essere ttranquillo che i calciatori lo siano altrettanto. Noi stanotte dormiremo, perché è otto mesi che ci prepariamo. I giocatori sanno quello che abbiamo faticato per esserci, domani sera siamo a casa nostra. Erano otto mesi che volevamo rientrare in casa nostra, ci siamo domani sera, dobbiamo fare i padroni. Tutti quelli che entrano dentro dovranno adattarsi a questo modo di pensare e devono farmelo vedere. Emerson è entrato un po’ teso, ha avuto titubanza sulla misura, nel secondo tempo ha fatto quello che doveva fare, l’ho tolto per alzare la squadra. Ci volevano centimetri, come prima qualità. Vanno bene tutte le scelte, nel senso che non dico chi gioca in porta e terzino sinistro, perché sono talmente pochi che un paio si possono anche sbagliare all’inizio”.
C’è il rischio di partire contratti e nervosi? Strootman può fare la terza partita di fila?
“Se uno fa confusione nel gestire il timore, il rischio, il pericolo, poi ha paura anche a gestire il successo. Se è fatto in quel modo non può stare nella Roma. Se gli crea tensione una partita desiderata otto mesi non può starci, se vince ha paura anche di quella dopo, c’è stress nella ricerca e nella gestione del risultato. Non fa per noi. Strootman? Volevo fargliene giocare 30, ne mancano 27”.
Ha sentito Pallotta?
“È uno attivo con il telefono, manda messaggi a me, a voi, a tutti. L’ho sentito, se ci parlate voi figuratevi se non lo faccio io. Lui è felice di questa situazione, non vede l’ora di giocarsela. Rendeteci responsabili di far bene il nostro lavoro con serietà e dignità, dello spettacolo che offriamo, quello dobbiamo stare attenti. Dobbiamo portare più gente possibile, ringrazieremo chi paga il biglietto e dobbiamo far sì che ci sia sempre qualcuno in più che paga con dignità e rispetto. Faremo così tutte le volte che entriamo all’Olimpico”.