De Rossi e Totti hanno consegnato i propri pensieri a Sport Illustrated , insieme a Baldissoni («Sono parte di Roma, se pronunci questa parola e ti senti come Giulio Cesare vuol dire qualcosa») e a Pallotta («Non siamo lontani dal competere con i migliori club al mondo. Totti? Mi ha detto che quando vinceremo lo scudetto andrà al Colosseo di nascosto di mattina»). Per loro, Totti e De Rossi, si è trattato di sottolineare lo spirito di appartenenza. Il capitano da giugno farà il direttore tecnico: «Non sono un’icona, ma un cittadino di Roma innamorato della sua città. Fossi andato altrove avrei più medaglie d’oro: io e Daniele abbiamo vinto il Mondiale e poco altro qui. Ma magari vinceremo un altro trofeo. La nostra è stata una missione portata avanti con passione. La città? Non mi opprime, sono innamorato delle sue strade, dei monumenti e delle borgate»
«Non sarei mai potuto nascere altrove – dice Daniele –. Ho sempre amato stare qui, il solo sentimento più grande dell’orgoglio di giocare per la Roma è la tristezza che proveresti senza. Certo, non sarebbe giusto per i tifosi lasciare entrambi insieme, è anche una questione di ambizioni. È più ambizioso vincere la Champions col Real o il campionato con la Roma?».