(M. Ferretti) – Sarà il Ferragosto. Sarà che ci sono le Olimpiadi, oltre al calciomercato che convoglia un sacco di attenzioni. Sarà che fa caldo, e che si riesce a sudare anche se solo pensando, ma sto preliminare di Champions sta arrivando un po’ (troppo) nascosto, quasi in sordina. Non si ha la percezione, in parole povere, che la partita (d’andata) contro il Porto sia l’argomento più dibattuto o chiacchierato nei bar della capitale o sulle spiagge del litorale. Sarà anche che il tifoso della Roma non è abituato a parlare di Champions sotto l’ombrellone, ma, ve ne accorgerete, la sfida portoghese comincerà a prendere la testa, il cuore e nervi di chi ha una Lupa tatuata sul cuore soltanto a poche ore dal fischio d’avvio. E pensare che, storia alla mano, la partita del Do Dragao è una delle più delicate degli ultimi anni. Perché dall’esito del (doppio) confronto, dipenderanno un sacco di cose, come più volte sottolineato dagli stessi dirigenti di Trigoria. Faccende tecniche ed economiche, ovviamente. Ci sono in ballo soldi e giocatori, perché la Roma si muove così: compra se vende. E se vende, compra. Mercato aperto anche dopo il fischio finale della partita di ritorno del 23 all’Olimpico, e questo significa che la Roma che affronterà due volte il Porto potrebbe anche essere (molto) diversa da quella che si presenterà in campionato a partire da settembre. Intanto, vale la pena tenersi stretti quelli che ci sono e confidare nella loro voglia di competere per l’Europa che conta e di non doversi accontentare di quella di riserva. Non entrare nella fase a gironi della Champions, però, sarebbe uno smacco ancor più evidente per la società, smaniosa di proporsi con continuità nei piani alti del calcio internazionale.