(A. Austini) – Fa male, malissimo. Spalletti aveva rimesso la Roma sul treno della Champions ma è costretto a scendere all’ultima fermata. La rimonta durata un intero girone di ritorno si dissolve in novanta minuti da incubo, interpretati come peggio non si poteva sin dall’inizio. Imperdonabile l’approccio alla gara decisiva, un gol da polli incassato subito e poi due follie che a certi livelli non si possono ammettere. De Rossi, alla dodicesima espulsione in giallorosso (più due in nazionale) ci è cascato di nuovo e ha lasciato, da capitano, i suoi compagni in dieci. Emerson ci ha messo il carico e nel giro di due partite ha buttato via la grande fiducia ricevuta dall’allenatore.
Impossibile tener fuori il tecnico dalla conta delle responsabilità. Non ha convinto il cambio all’andata dopo il rosso a Vermaelen, con l’ingresso di Palmieri che ha regalato il rigore del pari al Porto. Discutibile, col senno di poi, anche la formazione di ieri: una difesa con due uomini su quattro adattati (Juan Jesus e De Rossi) per aggiungere un Paredes ancora acerbo. Il mister si presenta dopo Strootman davanti alle telecamere: «Abbiamo perso una partita importante che ci crea difficoltà altrettanto importanti. È un risultato difficile da digerire per come è venuto e per le fatiche fatte per arrivarci. Abbiamo sbagliato la gestione della palla – analizza il toscano -non ci siamo riusciti e loro sono stati bravi a passare subito in vantaggio. Poi siamo rimasti in dieci e tutto è diventato più difficile».
Tre espulsioni tra andata e ritorno, decisamente troppo. «Sono ingenuità – ammette Spalletti- il fatto di finire le partite in 11 è stata una nostra caratteristica lo scorso anno, ora ci è successo due volte di prendere espulsioni e non capisco come mai. Dovevamo essere più calmi invece ci siamo innervositi. I nostri regolamenti interni sono chiari: zero tolleranza per chi lascia la squadra in inferiorità numerica». Sulle scelte: «Non eravamo al meglio per via degli infortuni – spiegaSpalletti – volevo avere un centrale a disposizione per il finale di partita, ho scelto De Rossi per cercare di gestire il pallone, quello può essere il suo ruolo del futuro. Finora era andato tutto bene, cambierei solo l’inizio di questa partita. Adesso ci aspetta un periodo durissimo, tutti ci metteranno il dito dentro e dovremo tapparci naso ed orecchie. Dobbiamo fare un lungo periodo in maniera incredibile a livello di atteggiamenti».
Dal mercato sarà ancora più difficile ottenere altri regali, anche sentendo quanto dichiarato dal dg Baldissoni prima del match. «La squadra è piuttosto completa, programmiamo a prescindere da questo risultato – precisa il dirigente – se non si creeranno particolari opportunità non interverremo». Resta una settimana per cambiare idea.