(M. Pinci) – A pensarci bene, il colpo della Roma rischia di essere lui. Nonostante i 31 anni e un paio di anni di spola con l’infermeria, è Thomas Vermaelen l’uomo immagine del mercato romanista. Dopo un’estate che s’è presa ilcrociato di due titolari, Rüdiger prima eMario Rui poi, che ha bocciato il De Rossidifensore contro il Porto (almeno nella linea a quattro), dipinto un bel broncio sul volto di Manolas e concesso a Emerson più figuracce che minuti in campo, il difensore belga è quasi un faro. E pazienza se sia un romanista potenzialmente “a tempo” (la Roma non ha obbligo di riscattarlo): la difesa dipende da lui. Ancora di più a Cagliari, dove Spalletti dovrà rinunciare pure a Juan Jesus, colpito durissimo alla tibia da Sadiqin allenamento.
Tocca a lui fare il leader, e non solo per il contratto che “impone” a Spalletti di farlo giocare (la Roma s’è impegnata contrattualmente a garantire un determinato numero di presenze). Lui che finora, su tre gare, ne ha giocate meno della metà: i 90 minuti contro l’Udinese, 41 a Oporto, primo dei tre espulsi della doppia sfida contro i portoghesi. IlBarça, pur di valorizzarlo, ha concesso il prestito gratuito alla Roma. Ma il primo a voler tornare uno dei più forti difensori in Europa è Thomas, che Strootman sta introducendo alla vita romana (abiteranno vicini, a Casal Palocco). Riuscirci passa anche dal neutralizzare l’ex Borriello, 5 reti nelle prime 2 gare al Cagliari e 3 gol alla Roma lo scorso anno con Carpi e Atalanta. Ma Spalletti gli chiede di essere anche altro: il primo regista a fare partire l’azione. Per questo è stato comprato. Una figura indispensabile al punto che, non potendo contare su di lui, ha dovuto reinventare De Rossi difensore: un altro come Thomas, nella Roma di oggi, non c’è.
Sperimentale rischia di essere pure la difesa anti-Cagliari: accanto alla coppiaManolas- Vermalelen, un esterno dovrà adattarsi fuori ruolo. La soluzione a cui lavora Spalletti è il tandem Bruno Peres-Florenzi sulle corsie laterali. Chi dei due debba partire da sinistra è difficile dirlo: Peres ci ha giocato nel Torino, Florenzi in nazionale, ma entrambi avevano sempre con tre difensori puri alle spalle. De Rossi c’è, ma a centrocampo. «Ci teniamo De Rossi come calciatore – spiega Spalletti – e ci teniamo il futuro di De Rossi come possibilità di risanare e di rimettere a posto tutto». Per laChampions però non c’è più nulla da fare.