L’ex prefetto di Roma Achille Serra ha parlato delle nuove misure che riguarderanno lo Stadio Olimpico a partire dalla prima gara di campionato in agenda sabato 20 agosto:
“C’è una grande enfatizzazione della stampa che non è positiva perché eccita l’animo dei tifosi. Non c’è motivo né è il momento di farli eccitare così tanto. Già c’è il problema delle barriere e non mi sembra opportuno parlare delle impronte digitali. Non giova a una distensione tra chi organizza la Pubblica Sicurezza e i tifosi. Dopo si è scoperto che era una sciocchezza quella delle impronte digitali ma è solo una ripresa biometrica che riconosce i tratti del viso e mantiene queste riprese solo per qualche giorno per individuare le persone che si rendono autori di tumulti. Non è un fatto nuovo questo, il Garante della Privacy ha pure dato l’ok e in molti stadi europei queste misure sono già state adottate. Viviamo in un periodo storico particolare in cui il tizio che non a niente a che fare con il calcio e il tifo può essere individuato. La stampa deve aiutare, altrimenti diventa un problema ancora più grave dello scorso anno”.
Il problema però è un po’ a monte: c’è un clima di diffidenza tra l’istituzione il cittadino che credo sia pericolosa. Che ne pensa?
“Sono d’accordo. Devo aggiungere che l’altro anno, quando furono messe le barriere, ho più volte sollecitato in interviste le tifoserie di tornare allo stadio convinto – perché ero in contatto con il Prefetto – che sarebbero state tolte. Credo che ormai sia indispensabile il rasserenamento tra le istituzioni e la tifoseria. Il Prefetto Basilone è persona saggia e intelligente e sono convinto che se i tifosi torneranno allo stadio tra qualche mese le barriere saranno tolte. E’ un mio convincimento, non voglio impegnare nessuno, ma ne sono convinto”.
Noi ci ricordiamo la sua gestione, non c’erano comportamenti del genere…
“Si potrebbe voltare pagina e rasserenarci tutti. Invito ancora i tifosi di tornare allo stadio, sono convinto che le barriere saranno tolte una volta che si vedrà che non servono. Questo è un mio convincimento, ripeto, non voglio obbligare nessuno”
Se la premessa è: se ci si comporta bene si tolgono le barriere, se 20 imbecilli si comportano male che si fa, si rimettono le barriere?
“No, nella maniera più assoluta. Significa: ‘Tornate, non si può fare un braccio di ferro con lo Stato. Tornate a vedere la Roma e la Lazio e poi vedrete che le barriere – per esperienza – verranno tolte. Andiamo incontro alle istituzioni e dimostriamogli che stanno sbagliando perché non succede niente”
E se poi succedesse qualcosa?
“Attenzione, perché ora ci sono delle telecamere più sofisticate, c’è il rilevamento del volto: è difficile che accadono fatti gravi”
Allora togliamole le barriere
“Ma si può fare un braccio di ferro con le istituzioni? Torniamo allo stadio e dimostriamo che non succede niente. Un braccio di ferro in cui lo Stato non è detto che ne esca vincente. Non so a chi convenga”
Perché solo a Roma queste misure?
“A questo io non so assolutamente rispondere. Probabilmente, perché Roma in questo momento è una delle città in cui c’è il maggior rischio ma intendo rischio terrorismo. Se lei si riferisce alle barriere invece non glielo so dire. Se si riferisce alle altre cose mi sento di condividere perché Roma tra le città italiane è quella più a rischio. Non è stato un provvedimento mio e quindi giudicarlo non sarebbe assolutamente opportuno. Il consiglio mio che posso dare ai tifosi della Roma è di andare allo stadio per il Preliminare di Coppa dei Campioni potranno andare incontro alle istituzione e ci sarà un venirsi incontro reciproco”
“Io ho parlato molto sempre con tutti. Forse se una delegazione di tifosi si proponesse di incontrare il Prefetto e le istituzioni… però questo è quello che farei io, ripeto: che farei io”
Questa sembra una linea più politica che di polizia: una parte della polizia, quella investigativa, prediligerebbe più una strada di intelligence…
“Che vuole che le dica, si è provato a dare dei suggerimenti ma il responsabile dell’Ordine Pubblico è il Prefetto che si assume le responsabilità, il responsabile tecnico è il Questore. Se il PrefettoBasilone, che conosco, si fa influenzare dall’alto diventa un problema di chi influenza dall’alto”
Le società romane potevano fare di più?
“Pallotta non vive in un altro pianeta. Le società non avrebbero potuto fare di più: questi sono provvedimenti di Polizia su cui nessuna società può fare nulla di più oltre a registrare il malessere delle tifoserie. Le società non avrebbero potuto fare neanche un passo in più di quelli che hanno fatto”.
Sono state riprese dalle tifoserie…
“Bisogna sapere concretamente cosa si può e non si può fare. Una parte della stampa influenza negativamente: dicano cosa avrebbero potuto fare di più le società oltre a battere i pugni sul tavolo. Le società non ci provano a fare qualcosa di più non per mancanza di volontà ma per mancanza di potere in capitolo”
Si dice tanto delle connivenze…
“Che ci siano, ma non mi riferisco a livello di Roma e Lazio ma in generale, è evidente. Quando qualcuno ha provato con la Lazio abbiamo visto come è andata a finire. Quando tutto il resto della tifoseria vede che c’è il pugno duro da parte della società questi ricattatori vengono isolati. Quel comportamento mi piacque molto, vorrei che lo tenessero tutte le tifoserie”
Per evitare queste pressioni che ne pensa lei della responsabilità oggettiva?
“Io ne penso assolutamente in maniera negativa. Per me la responsabilità oggettiva per la società non ci dovrebbe essere però le società devono dimostrare di non sottostare ad alcun ricatto altrimenti è difficile togliere la responsabilità oggettiva. Se tutte le società si comportassero bene sarebbe negativa lasciare la responsabilità oggettiva per la società. In passato è successo che la società sia andata dal Prefetto a dire: ‘Il soggetto, x, y, z mi sta ricattando’. E quei signori sono stati arrestati. Se le società si comportassero così la responsabilità oggettiva diventerebbe una baggianata, oltre che inutile. Quando le società vengono ricattate devono andare dalle forze dell’ordine e denunziare”.
Lei crede che dal punto di vista normativo stiamo facendo passi in avanti?
“No non credo proprio, purtroppo. Però le ripeto: per il mio pensiero la responsabilità oggettiva è grottesca e inutile. Se si verificasse una situazione in cui le società aprissero le porte verso le forze dell’ordine e le istituzioni e le chiudessero verso i ricattatori, ci potrebbero essere novità dal punto di vista normativo”.
Osservando il fenomeno da vicino e con cognizione di causa, si parla di un cambiamento del fenomeno del tifo e del tifo organizzato: ha notato questi cambiamenti?
“Non ho visto grandi mutamenti escluso a livello europeo per certe infiltrazioni estremiste. Una società che non dà ai giovani e ai meno giovani dei punti di riferimento, un lavoro, dei luoghi di aggregazione. Quando non ci sono queste cose o la politica c’è una frustrazione che viene sfogata nelle curve e negli stadi il fine settimana”
Fonte: Rete Sport