Dai fasti negli anni 50 in cui ospitò gare di Lazio e Roma a quelli degli anni 70 quando diventò lo Stadio del Rugby, fino alla tutela delle belle arti del 2008 e alla convenzione con la FIGC per la riqualifica dell’area. Oggi però, il Flaminio è abbandonato, una cattedrale degradata e dimenticata da sport e istituzioni
Un pezzo di storia del calcio romano e italiano buttato nell’immondizia. E’ questo il pensiero, unito a disgusto rabbia e fastidio, dal momento in cui si sono postate sul web le immagini poco edificanti di uno Stadio Flaminio lasciato a marcire tra abbandono, erbacce e degrado. Uno degli impianti che ha scritto pagine memorabili del nostro pallone, storici, nato per ospitare Roma e Lazio e poi, con l’Olimpico pronto all’uso a fine anni 50, dedicato ad altre discipline come il Rugby, ospitando nei primi anni 2000 anche la squadra di calcio Atletico Roma che lo utilizzava come impianto interno per le proprie gare di Lega Pro. Oggi, però, lo stadio è totalmente abbandonato e la polemica corre feroce verso l’amministrazione che non ha saputo preservare un bene nazionale.
Perché, in base all’articolo 10 del Codice dei beni culturali e del paesaggio lo stadio Flaminio è un bene di interesse artistico e storico sotto tutela a partire dal 2008, cinquantesimo anno dal suo completamento. Ma oggi si presenta come un impianto dimenticato da tutti, con il piano di riqualificazione dell’area che giace chissà dove dal 2012 mentre è del 2014 (anno della richiesta di Lotito per farlo utilizzare dalla Lazio) la convenzione con la Federazione Italiana Giuoco Calcio al fine di acquisire la gestione dello stadio per ristrutturarlo a proprie spese e farne un centro di allenamento, un museo e non escludendo l’ipotesi di renderlo l’impianto interno delle Nazionali di calcio giovanili dalla Under-21 a scendere.
Tante belle parole perché la realtà è differente. La condizione di degrado dello stadio Flaminio fa sempre più discutere e le immagini lanciate da alcune pagine Facebook stanno facendo il giro del web. La prima pubblicata, ironicamente dal ‘gruppo Gnazzzio’ è stata ripresa anche dai consiglieri del Movimento cinque stelle capitolino che, per l’occasione, hanno ribadito il loro progetto di realizzare al Flaminio lo stadio della Roma. Le altre immagini, più numerose, sono del Progetto Agon, un coordinamento di associazioni, enti di promozione sportiva e singoli professionisti nati con l’obiettivo di recuperare il patrimonio sportivo della Capitale.
L’effetto delle fotografie pubblicate è stato brutale, un impatto traumatico che ci spinge ancora più a procedere nel nostro lavoro. Un bene architettonico lasciato alla sua morte nel più completo abbandono è un peccato mortale ed un offesa ai suoi grandi progettisti l’Ingegnere Pierluigi Nervi e suo figlio l’architetto Antonio Nervi. E intanto la FIGC non si esprime e latita sull’argomento.