Domani, per Bruno Peres non sarà una giornata come le altre. Tornerà a Torino e affronterà la squadra in cui ha giocato per due stagioni e che lo ha lanciato nel grande calcio dopo un po’ di diffidenza iniziale. Due anni fa in Piemonte era stato accolto con così tanto scetticismo che Ventura lo aveva tenuto fuori persino dalla lista per l’Europa League. Peres non ha fiatato ma ha continuato a lavorare. E infatti i risultati poi si sono visti: nel giro di due stagioni si è imposto come uno dei terzini più continui della Serie A.
Da semisconosciuto pagato 2 milioni e mezzo, acquistato a giugno 2014 ma tesserato soltanto a settembre, la grande consapevolezza dei propri mezzi è riuscita a fargli ritagliare il suo spazio, mandando in panchina Molinaro e dirottando Darmian a sinistra. Da quell’esordio contro il Verona (alla terza giornata) all’addio di maggio, Bruno Peres ha disputato con il Torino 68 partite, realizzando 7 reti e 12 assist, spostandosi poi da destra a sinistra, dove gioca anche adesso nella Roma, vista l’emergenza.
Il rapporto con Spalletti è buono – scrive la Gazzetta dello Sport -, il tecnico si fida di lui, anche grazie alle ottime recensioni dell’amico Ventura. D’altronde, l’ex allenatore granata se l’è cresciuto e coccolato. Nel primo anno lo ha fatto lavorare parecchio in ritiro, gli ha insegnato tanti aspetti tattici e gli ha anche fatto capire, a volte col bastone e altre con la carota, che nel calcio italiano serve massima attenzione all’alimentazione e alla vita fuori dal campo. Domani si emozionerà, probabilmente la curva granata non lo fischierà. Le belle parole non sono mancate su Instagram quando ha salutato il Toro e i suoi tifosi: «Per me è stato un orgoglio indossare questa maglia, grazie per tutto quello che abbiamo vissuto insieme».