(K. Karimi) – Poco più di dieci anni fa, nonostante avesse fior fiori di prime punte o trequartisti a disposizione, Marcello Lippi scelse per la sua Italia, futura squadra campione del mondo, un tandem offensivo che univa qualità e potenza, tecnica e concretezza. Francesco Totti e Luca Toni assieme guidarono gli azzurri alla conquista della finale di Berlino, anche se il capitano romanista fosse non al meglio per la recente operazione alla caviglia e il bomber modenese avesse fatto fatica nei primi match ad andare a segno.
Lo stesso tandem si ritrovò a Roma da gennaio a maggio 2010, l’anno della rincorsa sfumata ai danni dell’Inter del triplete. Claudio Ranieri però raramente provò a lanciare Totti e Toni assieme dal 1′ minuto, un po’ per paura di rompere certi equilibri, un po’ perché tenere fuori il Vucinic di quei giorni era un delitto. Ma la posizione da trequartista puro, da numero 10 ideale del capitano avrebbe agevolato il lavoro di qualsiasi punta, dalla più agile alla più rapida (chiedere ai vari Balbo, Delvecchio, Montella, Batistuta ecc…).
Oggi Francesco, Re di Roma alla soglia dei 40 anni, può ritrovare freschezza e lucidità avendo davanti a se’ un calciatore molto simile a quel Toni, per caratteristiche fisiche e tecniche. Edin Dzeko, tanto contestato l’anno scorso anche perché poco agevolato dal 4-3-3 meno classico possibile, può diventare devastante con uno come Totti alle sue spalle, un vero e proprio rifinitore che sappia lanciarlo e servirlo al meglio. Certo, la mira del bosniaco deve migliorare, visto che anche ieri nel secondo tempo di Roma-Sampdoria su una rete realizzata ne ha fallite almeno altre tre clamorose, ma quanto meno si è visto un Dzeko nel vivo del gioco, abile finalmente nei movimenti verticali e raffinato nell’intesa ideale con Totti. Mister Spalletti dovrebbe insistere non troppo sporadicamente con questa soluzione offensiva, per dare maggiore linfa ai due protagonisti ed a tutta la squadra, trasformatasi completamente dal 46′ minuto in poi giovando del feeling tra i due campioni dell’attacco romanista.