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IL MESSAGGERO Al debutto già Viktoria

Lo stadio di Plzen
Lo stadio di Plzen

(S. Carina)  – Un girone più che abbordabile per provare a dimenticare il flop nel play off di Champions. Almeno l’avvio dell’Europa League sembra essere in discesa per la Roma che avrà come avversari i campioni della Repubblica Ceca del Viktoria Plzen, quelli di Romania dell’Astra Giurgiu e l’Austria Vienna.

CECHI SENZA ULTRAS – Si parte contro il Viktoria Plzen, quarantanovesimo nel ranking Uefa, alla sesta partecipazione all’Europa League. Pur essendo considerata in patria una squadra dalla scarsa tradizione, negli ultimi anni è certamente il club in ascesa della Repubblica Ceca avendo vinto una Coppa nazionale (2010), 4 scudetti (2010-2011, 2012-2013, 2014-2015 e 2015-2016) e 2 Supercoppe nazionali (2011 e 2015). Attualmente è quarta in campionato a tre punti dalla capolista Zlin con la quale ha perso il confronto diretto in casa il 20 agosto per 2-0. Proprio in casa, nell’esordio contro i giallorossi, il Viktoria dovrà fare a meno dei due settori più popolari (corrispondenti alle curve) e caldi dello stadio, chiusi dall’Uefa per il comportamento razzista degli ultras cechi nel play off perso contro il Ludogorets. Fatale la sconfitta per 2-0 nell’andata in Bulgaria, inutile il 2-2 nel ritorno. Il Viktoria non vince da nove gare in Europa (5 sconfitte e 4 pareggi) e per le italiane è un avversario che evoca ricordi agrodolci: in quattro confronti, mai con la Roma, ha perso il primo rimanendo poi imbattuto negli altri tre (un pareggio contro il Milan e due vittorie senza subire gol contro il Napoli: 3-0 e 2-0 nel 2010-11). È una squadra che a livello d’individualità presenta poche eccellenze. I calciatori da tener d’occhio sono essenzialmente quattro: il classe ’85 Kolár, presente ad Euro 2016 con la nazionale ceca, i due slovacchi Hrosovsky e Duris, rispettivamente centrocampista e centravanti (43 goal in 183 presenze con la maglia del Viktoria) e Kopic, esterno destro nel 4-4-2 del tecnico Pivarnik.

GLI EREDI DI PROHASKA – L’Austria Vienna, ex squadra di Herbert Prohaska (uno scudetto con la Roma nel 1982-83), approda invece alla fase a gruppi dopo cinque vittorie su sei partite giocate nei turni di qualificazione dove ha superato gli albanesi del Kukesi (4-1, 1-0), gli slovacchi dello Spartak Trnava (1-0, 0-1 e poi successo ai calci di rigore per 5-4) e i norvegesi del Rosenborg, eliminati nel play off con un doppio 2-1. Anche in questo caso sarà una prima assoluta per la Roma, che sorride nell’unico precedente contro una squadra austriaca (4-1 e 1-0 nel doppio scontro con il Wacker Innsbruck, coppa Uefa 1992-93). Bilancio nero invece per l’Austria Vienna quando incrocia le squadre italiane: una sola affermazione (contro l’Inter nel 1983) in ben 10 confronti. Attualmente la squadra del tecnico Fink è scivolata al centoventinovesimo posto del ranking Uefa e in campionato, dopo sette giornate è lontana tre punti dalla capolista Sturm Graz. Squadra modesta che normalmente si schiera con il 4-2-3-1 dove spiccano, sugli altri, i due attaccanti. Il nigeriano Kayode e il brasiliano Venuto, classe ’95, trottolino di appena 164 centimetri, già a quota 3 reti in campionato.

I GIUSTIZIERI DEL WEST HAM – Ultimi, ma da prendere con le dovute cautele, sono i romeni dell’Astra Giurgiu, quarantatreesimi nel ranking Uefa, capaci di eliminare nei play off il West Ham (ma in precedenza scivolati in Europa League per il ko nei preliminari di Champions per mano del Copenaghen). Se è vero che in Premier gli Hammers di Zaza faticano (appena 3 punti in 4 giornate), la squadra del tecnico Sumudica, è campione di Romania in carica, titolo vinto per la prima volta nella storia nella scorsa stagione. Club sull’orlo del fallimento con il presidente arrestato nelle settimane scorse, ha tra le sue fila l’attaccante Alibec con trascorsi poco fortunati con Inter e Bologna. Per i romeni sarà il primo confronto con club italiani. Una squadra che, nella sua storia, non è mai andata oltre la fase a gironi di Europa League.

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