(U. Trani) L’Italia di Ventura, stasera allo stadio Sammer Ofer di Haifa (ore 20,45), comincia il percorso verso la Russia, dove nel 2018 è in programma il prossimo mondiale. Il gruppo G è complicato e, considerando il momento abbastanza critico del nostro calcio soprattutto dopo l’addio di Conte, la promozione diretta è tutt’altro che garantita: gli azzurri dovranno sfidare Israele, prima tappa di queste qualificazioni, la Spagna, l’Albania, la Macedonia e il Liechtestein. Ecco perché, già in questa delicata trasferta, sono chiamati a dare subito un senso alla nuova avventura. La nazionale di Levy, solo 1 gara da ct (e anche persa), è al 76° posto nel ranking Fifa e quindi non può spaventare chi, nell’ultimo Europeo, ha dimostrato di sapersi comportare da squadra, tatticamente e caratterialmente.
SVOLTA OBBLIGATORIA Giovedì scorso il nuovo ct ha debuttato sulla panchina della Nazionale. L’inizio è stato deludente: sconfitta pesante, 3 a 1, contro la Francia vicecampione d’Europa. Il ko di Bari è servito a capire quanto l’Italia attuale sia diversa dalla precedente gestione tecnica. Non basta riproporre il 3-5-2 per somigliare alla Nazionale di Conte. Ventura è appena arrivato e non ha ancora avuto tempo per trasmettere i concetti della sua idea di calcio. In una settimana non ha potuto certo cambiare rotta. Anzi, ha dovuto confermare più o meno gli interpreti dell’ex ct: nove-undicesimi della formazione schierata contro i bleus hanno partecipato a Euro 2016. Stasera, a parte Verratti, in campo da titolare dopo 11 mesi (ultima partita dall’inizio il 10 ottobre a Baku contro l’Azerbaigian) e Antonelli che ha appena ritrovato l’azzurro, sarà ancora il gruppo che è arrivato fino ai quarti di finale in Francia. E che, attorno al regista del futuro, deve ripartire nella notte di Haifa.
ALMENO 3 CAMBI Ventura, irritato alla vigilia per il paragone continuo con Conte, ha deciso di cambiare tre titolari (se entra pure Bernardeschi saranno quattro) per ritrovare la personalità e l’equilibrio. E quindi anche il gioco. Il primo intervento è scontato. Perché in mezzo alla difesa, al posto di Astori, piazzerà Bonucci che, da venerdì pomeriggio, è tornato a disposizione. E’ sicuramente il giocatore che più è mancato contro la Francia. Dietro, senza il centrale di riferimento, l’Italia è sembrata vulnerabile e fragile. Stasera, invece, riavrà davanti a Buffon, il trio della Juve al completo. Conte su Barzagli, Bonucci e Chiellini ha costruito la Nazionale dell’Europeo. Grazie a loro tre ha scelto, in partenza, il 3-5-2, cioè il sistema di gioco che gli azzurri conoscono meglio. Bonucci farà il regista dietro, Verratti a centrocampo. Il play del Psg è il secondo innesto deciso dal ct che ha perso De Rossi proprio nel primo tempo della gara di giovedì. Il terzo è Antonelli: ha superato De Sciglio. La sorpresa, però, potrebbe essere Bernardeschi, pronto a sostituire Bonaventura da mezzala sinistra.
PIÙ QUALITÀ Bonucci, Verratti e Bernardeschi possono aiutare l’Italia a essere più propositiva e quindi più efficace contro il 4-3-3 di Levy. Bisogna vedere se Ventura, con la loro presenza, chiederà agli azzurri di puntare più sul possesso palla che sulla verticalizzazione. Bonucci, di solito, lancia da dietro per gli esterni e le punte. Verratti sa giocare corto e lungo, Bernardeschi è più palleggiatore. Il ct, nell’amichevole contro la Francia, ha chiesto gli inserimenti degli intermedi, bloccando gli esterni. Chissà se, con il ritorno di Bonucci, la Nazionale ritroverà la sua identità che è poi la traccia lasciata da Conte. Pressing alto e reparti strettissi. Prima della partenza per Tel Aviv, anche Belotti, uno dei tre debuttanti di giovedì sera (Donnarumma e Rugani, gli altri due), è uscito di scena: risentimento muscolare alla coscia destra. L’attaccante ha dovuto rinunciare alla trasferta. Ma davanti avrebbero comunque giocato Eder e Pellè i titolari di ieri e anche di oggi. Dall’assist del primo, veloce e concreto al momento di ripartire, l’ottavo gol azzurro del centravanti che, dopo l’Europeo, ha scelto la Cina per sentirsi top play almeno come ingaggio. E’ ripartito bene in azzurro. Ma Pavoletti, Gabbiadini e Immobile proveranno a ribaltare le gerarchie interne. In attacco c’è più scelta che negli altri settori. Aspettando sempre Berardi.