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IL MESSAGGERO Quando una rosa fa la differenza

Spalletti
Spalletti

(U.Trani) – La sfida per il podio Champions, dopo 6 giornate di campionato, resta apertissima. I distacchi, come si è visto anche nel torneo passato, possono cambiare nel giro di poche settimane. La Roma, frenata da 2 sconfitte nelle ultime 3 partite, si ritrova a inseguire dal quarto posto. L’Inter terza, e prossima avversaria dei giallorossi all’Olimpico, ha 1 punto in più; il Napoli secondo, da affrontare sabato 15 ottobre al SanPaolo, è avanti di 4 e la Juve capolista di 5. In serie A sono le quattro squadre che giocheranno per il vertice. Sono gli investimenti, la qualità dei singoli e il monte ingaggi a farle preferire ad altre che, comunque, sperano di avere il ruolo di outsider, per lottare alla pari con le big da qui al traguardo. Il Milan, la Lazio, il Bologna e il Chievo hanno gli stessi punti (10) della squadra di Spalletti. E la Fiorentina, pur avendone 2 in meno, deve recuperare la partita contro il Genoa: vincendola, affiancherebbe i nerazzurri di deBoer. A incidere sul piazzamento finale, però, potrebbero essere le rispettive rose. Che, quasi sempre, hanno la meglio sulle idee. I campioni d’Italia restano i superfavoriti, perché numericamente (quasi) perfetti: Allegri, in alcuni ruoli, ha addirittura la tripla scelta. Qui a fianco, invece, vediamo come sono state assemblate le tre rivali per la stagione in corso. L’attuale posizione in classifica sembra rispecchiare il potenziale tecnico dei titolari e dei ricambi.

RINFORZI MIRATI – Sarri è convinto che il Napoli possa vincere lo scudetto solo in caso di sbandata della Juve. Non bluffa. Ma spera. Di sicuro la società, pur avendo lasciato andare Higuain, gli ha messo a disposizione quasi 2 squadre. E’ senz’altro la rosa migliore, dopo quella bianconera. Il tecnico partenopeo vede doppio in ogni zona del campo: terzini, centrali difensivi, registi, intermedi, ali e centravanti. L’abbondanza è soprattutto sulle fasce, dove nascono azioni, giocate e gol, a prescindere dall’efficacia dei centravanti Milik e Gabbiadini: l’abbondanza è dietro con Hysaj, Maggio, Ghoulmam e Strinic, ma il lusso è soprattutto in attacco con Callejon, Insigne, Mertens, Giaccherinie lo stesso El Kaddouri. A centrocampo la ricchezza è anche nella duttilità di alcuni interpreti: il centenario Hamsik, mezzala o volendo trequartista, sta studiando da play. Ma il regista c’è: Jorginho. E anche il suo giovane sosia: Diawara. Il reparto è arricchito da Zielinski, vicinissimo a diventare titolare, e Allan. Da scoprire il giovane Rog che ha sicuramente qualità. L’unica perplessità in porta: Reina è leader, ma non fenomeno. A proteggerlo gente di sostanza e classe: Koulibaly, Albiol, Maksimovic, Tonelli e Chiriches.

INDIVIDUALITÀ ECCELLENTI – L’Inter è tatticamente meno organizzata, avendo cambiato l’allenatore a meno di due settimane dall’inizio del campionato e rinforzato il gruppo al fotofinish. Ma la forza dei nerazzurri non è solo Icardi. De Boer, proprio in attacco, ha diverse soluzioni: Eder sa fare pure la prima punta, Palacio è l’alternativa di garanzia e Jovetic il jolly offensivo che permette di modificare in ogni momento il sistema di gioco. L’arrivo di Candreva ha fatto lievitare la qualità sulle fasce. Lui e Perisic sono tra i migliori esterni del torneo. Gabigol, invece, è ancora nella fase di ambientamento. In mezzo al campo sette giocatori che, per le caratteristiche, si possono anche scambiare i ruoli. Regia, interdizione e corsa. Ce n’è per tutti i gusti, con qualità e fisicità: Banega, Joao Mario, Brozovic, Kondogbia, Gnoukouri, Medel e Felipe Melo. Dietro le certezze sono Handanovic e i centrali titolari Murillo e Miranda. I terzini sono da verificare, a cominciare da Ansaldi. Ma sono tutti di ruolo.

REPARTI IN STAND BY – Il giudizio sulla Roma non può essere definitivo per le assenze in difesa: Ruediger e Mario Rui convalescenti, Vermaelen fuori da 5 partite per la pubalgia. Spalletti è costretto a insistere su Florenzi e Peres come terzini: entrambi sono adattati, perché il primo non è un difensore e l’altro non si trova bene a sinistra. I ricambi per le fasce non sono di primo piano: Emerson è troppo offensivo, Seck da svezzare. Anche il centrocampo è incompleto: l’unico cambio è Paredes, ma solo per De Rossi da play. Florenzi servirebbe più avanti (anche in attacco) per la rotazione necessaria per gli impegni ravvicinati. Manca il vice Dzeko: nella tabella c’è Totti. Che, però, fa ormai il trequartsita. Domenica scorsa addirittura il mediano.

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