(A. Austini) La Roma e la normalità sono concetti sempre più distanti. Stasera si gioca l’Europa League contro i rumeni dell’Astra Giurgiu e all’Olimpico ci saranno tra i 10 e 12mila spettatori: in altri tempi avrebbe fatto scalpore, adesso è solo l’ennesima prova del disamore di un popolo (e una squadra) ormai abituato ad «accendersi» per tutto tranne che per le partite.
La vigilia di questa malinconica sfida non ha fatto eccezione. Neppure il tempo di analizzare la figuraccia di Torino ed ecco le frecciate della sig.ra Totti verso Spalletti, la replica ironica dell’allenatore (ma la sua faccia non rideva affatto), le celebrazioni per i 40 anni del capitano a fagocitare tutto il resto. E pazienza se poi si annulla un altro allenamento. Anche ieri, il tecnico ci ha provato a parlare della gara di coppa, si è mostrato informato sull’avversario, si è appellato alla «professionalità» dei suoi giocatori ma alla fine è sbottato di nuovo sull’unico argomento al centro dell’attenzione generale.
Senza nominare Ilary Blasi, a domanda sull’argomento Spalletti ha chiuso la conferenza stampa con un monologo dai riferimenti piuttosto chiari, tirando in ballo anche chi si è fatto portatore di certi messaggi: «Basta giochini o attenzione verso situazioni che non danno beneficio alla Roma – ordina il toscano – e non fanno il bene di chi lavora a Trigoria. Situazioni create ad arte che poi portano via energie oppure discussioni su altre questioni che non riguardano i risultati. Queste cose debbono essere eliminate, bisogna avere rispetto per la Roma. Noi dobbiamo andare in quella direzione, dobbiamo fare risultati perché siamo la Roma. Bisogna essere più attenti per quello che è il nostro lavoro. I giochini portano ad “andazzi” e basta, mentre a noi servono solo le giocate di qualità in campo». Proprio per questo stasera Totti sarà di nuovo fra i titolari, a prescindere dalle polemiche «familiari».
Non solo la Blasi ha gettato benzina sul fuoco ardente di Trigoria, a Torino era toccato a Castan sfogarsi contro il suo ex allenatore. E lunedì Garcia ha partecipato a una trasmissione tv senza chiedere, come da contratto, l’autorizzazione al club: della serie qui ognuno fa come gli pare. «A me non sembra siano state dette chissà quali cose – risponde Spalletti riferendosi a Castan – se uno passa dalla Roma a un club inferiore ha sempre una reazione, facendo capire che non dipende da lui ma da qualcun altro. Ma bisogna fare delle scelte anche se a volte le situazioni di mercato vengono determinate dai “soldini”. Nel mio lavoro non voglio troppe interferenze, ho bisogno di poche persone di qualità e in questa società ce l’ho. La squadra l’ho voluta io così, credo in loro e non cambierò idea fino a quando rimarrò».
Spalletti si aspetta una risposta d’orgoglio stasera. «Noi – ricorda – siamo i professionisti della Roma e ci dobbiamo comportare in maniera opportuna dal punto di vista dell’impegno. I calciatori sono consapevoli e hanno voglia di rimettere a posto le cose perché va fatto e anche in fretta. L’eliminazione dalla Champions è dura da buttar giù, ma tornarci sopra è un passo indietro. Io vorrei rivolgermi al futuro perché è lì che passerò il resto della mia vita: la mia possibilità di restare a vivere a Roma passa dai prossimi risultati». Se l’andazzo non cambia, insomma, l’ennesima rivoluzione tecnica sarà scontata. È normale.