(A. Serafini) I risultati cambiano, i dubbi restano. La vittoria in extremis con la Sampdoria non può infatti nascondere il doppio volto che la Roma continua a mostrare durante questo primo avvio di stagione.
Un aspetto su cui Spalletti batte deciso senza giri di parole, perché trovato il problema, bisogna ammetterlo per poi provare a lavorarci sopra: «Uomini forti, destini forti, uomini deboli, destini deboli. Non c’è altra strada». Il richiamo alla mancanza di personalità che i suoi ragazzi mostrano in determinati momenti della partita viene risaltato prendendo in esempio l’ennesimo cambio di marcia dettato dall’entrata di Totti: «Questa squadra ha bisogno di più leader, ha bisogno di altri giocatori come Francesco, tutti devono pensare che possono fare lo stesso e di sentirsi addosso la stessa fiducia». Mostrando poi tutte le carte in tavola: «Serve una trasfusione di qualità e personalità, la Roma deve assolutamente trovare chi sostituisce Totti nel cuore delle persone, sennò non andiamo da nessuna parte. Abbiamo bisogno di calciatori di questo spessore per sopportare il carico di giocare in questa squadra». Il tecnico infatti sfrutta l’occasione anche per togliersi qualche sassolino: «In questa città dobbiamo sopportare quelli che ci vogliono vedere spaccati e ci spaccano dalla mattina alla sera».
Tornando alla gara, Spalletti analizza le varie fasi altalenanti della partita senza però mai mettere in dubbio il risultato finale: «Non c’è alcun dubbio che meritassimo di vincere, per la mole di gioco e le occasioni che abbiamo creato nel secondo tempo e per la possibilità di raddoppiare nei primi venti minuti del primo».
E mentre nei salotti televisivi passano le immagini dei replay del fallo rigore subito da Dzeko, il toscano coglie la palla al balzo per anticipare il discorso ed eliminare ogni polemica: «Chi dice che non è rigore è di parte contraria, perché il fallo è netto. Dzeko non subisce un contatto, subisce un calcio che gli allarga la gamba di 20 centimetri. Se volete vederlo meglio, cambiate inquadratura». Più chiaro di così.