(F. Balzani) «La solita presunzione, le solite menti malate». E il solito copione a Roma con l’allenatore (stavolta Spalletti, non nuovo a esternazioni così pesanti) che si sfoga e scarica tutta la sua frustrazione al termine della partita che ha segnato la 3ª sconfitta stagionale di una Roma presa a schiaffi dal Torino di Mihajlovic e Falque. Il tecnico è stato durissimo dopo il 3-1 (l’ultimo ko in casa del Toro in A era datato 7 ottobre 1990, 26 anni fa) che ha allontanato i giallorossi dalla vetta e messo in mostra errori visti e stravisti da Oporto ad oggi: «Ci sono delle menti un po’ malate che pensano che le cose vengano fuori dalle nostre qualità senza metterci la testa e senza andare alla ricerca di uno sforzo maggiore. Chi pensa che basti il nome sulla maglia per vincere le partite è un folle. Ci sono troppi alti e bassi: ormai è un problema cronico che questa squadra ha da diversi anni».
Poi Spalletti rincara la dose: «C’è sempre questo vizio di credersi più bravi di quello che si fa vedere. Ormai so con chi ho a che fare, devo modificare qualcosa perché così non si va più avanti». Sorride, ma sono sorrisi amari: «Non è tanto l’episodio o l’errore sotto porta, piuttosto è l’analisi del lungo periodo. Si vede sempre la stessa cosa: quando questa squadra vive nell’entusiasmo, riesci a fare delle cose che normalmente accadono. Mentre quando ci sono le prime difficoltà, si va in confusione. Purtroppo, non riusciamo a mantenere un livello d’impegno e di sforzo costante nei duelli, nella corsa, nei tentativi di aiutare i compagni». Decisa anche la punizione: la squadra farà doppia seduta di allenamento oggi, domani, mercoledì e venerdì. Unica eccezione quindi giovedì a causa della partita di Europa League con l’Astra.
E c’è chi giura che lo Spalletti furioso visto davanti ai microfoni sia nulla in confronto a quello che è sceso negli spogliatoi dopo il triplice fischio di Tagliavento (la terna ha avuto un diverbio col tecnico che al 36′ ha urlato pure in faccia a un raccattapalle).