(M.Pinci) – Come in tutte le favole, non poteva mancare il castello. Quello che fa da sfondo alla favola di Francesco Totti è a Tor Crescenza, estremo nord di Roma, 25 chilometri da casa sua. Per festeggiare i 40 anni del calciatore più celebrato che la storia recente ricordi si sono messi in fila pure le leggende: Messi e Federer, Bolt e Nadal, tutti a benedire rigorosamente via social il compleanno del secolo. Li hanno imitati almeno un milione di persone, tra facebook e twitter: alla festa vera però ieri sera erano “solo” 300, una platea di vip e calciatori, menù a base di pesce, crudi e scampi. Appuntamento alle 22, dopo una cenetta in famiglia: dj Coccoluto e Frankie hi-nrg, smoking obbligatorio e niente cellulari per accedere alla location da fiaba. Con principesse annesse: «Ha fatto tutto Ilary insieme alla sorella». A documentare la serata, con i selfie banditi, è soltanto il facebook live sulla sua pagina ufficiale: il segno che è già iniziata la sua seconda vita, più social della precedente, visto che tre giorni fa non aveva nemmeno un account. Ma i tempi cambiano e l’occasione è talmente speciale da convincere pure un duro come Spalletti a “tagliare” il menù di allenamenti: pomeriggio a riposo, al contrario delle prescrizioni iniziali, per dare a tutti il tempo di prepararsi alla sera dei miracoli.
L’allenatore, a dirla tutta, è andato pure oltre: archiviando la polemica con Francesco e consorte (che l’aveva definito «Piccolo uomo») con due regali: «Per Francesco una Delorean, la macchina del tempo di “Ritorno al futuro”. Ma anche un pensiero per la tua splendida signora: un 45 giri, “Piccolo uomo”, un vecchissimo pezzo di Mia Martini al quale ero molto attaccato e che lei mi ha ricordato». Pensiero acquistato da un collezionista a tempo di record ma poi non consegnato di persona ieri sera alla bella”nemica” Ilary: «Era solamente un gioco». Agli altri ha fissato il coprifuoco per le una. Forse il rituale di compleanno a cui Francesco è più legato s’è consumato come capita spesso a Trigoria: alle 11 della mattina il papà Enzo varcava il cancello, portandosi dietro qualche teglia di pizza bianca e una porchetta intera, da affettare, insieme alle bollicine per il brindisi. Per i calciatori, ma pure per staff e addetti vari. Il regalo migliore per un 40enne che ha tutto e a cui manca l’unica cosa che non può comprare: il tempo. «Se potessi regalarmi qualsiasi cosa? Sceglierei di ritornare a dieci anni fa. E magari di segnare un gol in finale di Europa League». Si commuove pure, in quella convulsa giornata di Trigoria in cui ogni tanto qualcuno lo chiama per mostrargli un video messaggio, un’altra testimonianza di affetto. Quella di De Rossi lo scioglie in lacrime: «Ti ricordi quando eravamo pischelli? single e belli come il sole. Ora tu c’hai 40 anni e io sto co’ Peppa Pig». Il passato è quel Real a cui disse “no” nel 2002. Presente e futuro sono Roma: «Perché della città mi piace tutto, pure i posti brutti. Che non ci stanno».