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AS ROMA Ciao Walter, 5 anni di vuoto e un conto corrente come jackpot

Sabatini
Sabatini

(M. Criscitiello) – Prima di giudicare il calcio andrebbe giudicata la coerenza di Walter Sabatini, in arte “Walter il magnifico“. Prima dell’esonero di Garcia disse che in caso di allontanamento dell’allenatore francese, sarebbe andato via con lui. Garcia fu esonerato e Sabatini restò comodamente alla sua scrivania. Aggiunse, tempo prima, che non sarebbe mai andato via da Roma senza trofei. E’ andato via, giovedì scorso, e la bacheca di Trigoria è più vuota di un frigorifero di uno studente fuori corso, lontano da casa. Sabatiniè questo. In 5 anni ve lo abbiamo raccontato sotto mille vesti e con mille facce diverse. Ha cambiato più facce che sigarette. La Capitale lo fa diventare presuntuoso e arrogante, perde l’umiltà che lo aveva portato fino a Roma e crede di essere diventato imbattibile, a tal punto da provare a diventare, nel calcio, il nuovo Moggi. Alla fine pagherà per i risultati non raggiunti e per aver operato sul mercato in maniera poco limpida e trasparente. Operazioni, quasi sempre, condotte con gli stessi agenti e Direttori Sportivi, consulenti di mercato e addetti stampa sistemati nellesocietà più “amiche. Sabatini è rimasto inghiottito dal ritorno di Spalletti, dall’esasperazione degli americani e dallo stesso caso Totti che gli è ben presto sfuggito di mano con una pessima campagna di comunicazione. Walter è così: un ottimo talent scout ma un pessimo Direttore Sportivo. Ha avuto l’occasione della vita: vincere a Roma. L’ha cannata clamorosamente, eppure sono stati gli anni dove Milan e Inter si sono messe in ferie forzate. Due club su tre che vincono, per tradizione, in Italia si sono presi una pausa di riflessione mentre Sabatini costruiva la nuova Roma.Ha costruito il primo piano della casa ma in 5 anni ha tirato su solo quello. Se ne va da Roma con una società con l’impalcatura a vista e le gru ancora all’opera. I suoi amici giornalisti evidenziano come abbia portato valore alla società con 150 milioni di plusvalenze ma non sottolineano i soldi buttati dal Direttore Sportivo e soprattutto dimenticano la cosa più importante:un Direttore si giudica per i successi e non per i milioni che vanno e che vengono. Marotta ha preso Pogba a 0 e lo ha venduto a 130 milioni di euro ma se la Juventus fosse arrivata terza o seconda, in questi anni, sarebbe bello comodo sul divano di casa sua. Galliani andrà via dal Milan da sconfitto perché negli ultimi anni non ne ha indovinata mezza ma come fai a criticare un Dirigente che ha vinto pure il torneo dei pulcini sotto casa mia? Puoi fargli le pulci e infatti gliele facciamo ma Galliani ha riempito la bacheca di Via Turati a tal punto da dover trovare una sede più grande per poter ospitare le coppe. La famiglia Sensi, a Roma, pregava giorno e notte che da lassù il grande Franco non vedesse lo strazio di questa Roma. Qualche intuizione buona sul mercato, ci mancherebbe, ma tanti giocatori incompiuti portati a Trigoria e spacciati come talenti. Altristrapagati e rivenduti alla metà e una famosa frase che non gli perdoneremo mai: “in Italia non abbiamo giocatori giovani all’altezza per questo compriamo all’Estero“. Al Direttore Sportivo di un club campione d’Italia Primavera con tantissimi giovani che giocano bene e ovunque tranne che a Roma non glielo consentiamo. Vada per il discorso che comprare all’Estero aiuta i Direttori e le operazioni con gli agenti ma dire che in Italia giovani forti non ne abbiamo è una bestemmia in Vaticano. Proprio la Roma che in giro ha un patrimonio mai sfruttato. Morale: in 5 anni Sabatini, a Roma, non ha vinto nulla e l’unico vero vincitore è il suo conto corrente. E’ arrivato benestante, va via da magnate.

Fonte: tuttomercatoweb.com

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