Sebino Nela ex giocatore ed attuale dirigente della Roma nelle vesti del SLO (Supporter Liaison Officer, colui il quale cura i rapporti con i tifosi giallorossi) presenta Tonino Cerezo, grande ex calciatore della Roma negli anni ’80, che sarà presente domenica allo Stadio Olimpico per assistere alla gara contro il Palermo:
“Domenica allo Stadio Olimpico ci sarà un pezzo di storia della Roma”.
Cerezo?
“Un ragazzo semplicissimo, era un vincente, all’inizio non potevamo pensare che potesse giocare a calcio. Vi dico cosa mangiò al primo ritiro: lasagna al forno, bistecca alla Bismarck, un bicchiere di latte e uno di coca-cola. Dicemmo che non era possibile che giocasse a calcio, ma gli rimbalzava tutto. Un apparato digerente tipo anaconda, distruggeva subito tutto, non gli dava fastidio nulla. Questo era il suo cibarsi abitualmente”.
A Trigoria in bicicletta?
“Sì e la moglie la scortava con il BMW, in famiglia ridevano tutti. Il periodo che dormiva a Villa Pamphili avrà fatto 200-300 milioni di danni. Suonava il samba con qualsiasi cosa. Era una persona scanzonata, zero politica, non aveva rapporti con la gente, non amava i giornali, gli piaceva giocare. Non avendo rapporti con l’esterno credo sia stato uno dei più amati, dopo 2 minuti avevi capito con chi avevi a che fare. Viveva il calcio così, alla sua maniera“.
Poco successo in nazionale?
“Il Brasile sforna tanti giocatori, aggiungerei che stiamo parlando di un altro calcio, di decenni calcistici diversi, in Italia abbiamo visto Leo Junior e Zico con Pescara, Torino e Udinese, oggi sarebbe impensabile pensando alle grandi di oggi. Tonino avrebbe meritato chissà che cosa, era un giocatore moderno già 40 anni fa, con una capacità aerobica incredibile, giocava a due tocchi, impressionante“.
Il ricordo più bello?
“Non ho una memoria di ferro, ricordo molto poco di quanto ho giocato e sono tutti ricordi extracampo, non di partite. Non l’ho mai visto arrabbiato, sono sincero. L’ho visto serioso, quando magari si rientrava dopo una partita, ma arrabbiato no. Prendeva tutto con gioia, con allegria.
È vero che giocava senza parastinchi?
“Era brasiliano, non sopportava nulla addosso, giocava anche scalzo. Giocava con scarpe di tela di jeans, molto leggere, fu uno shock per noi, non immaginavamo esistessero scarpe del genere. È incredibile come si muoveva, poi rimaneva in piedi, aveva un grande senso dell’equilibrio, un giocatore completo”.
La Roma a Napoli?
“Mi ha fatto incazzare: se fai una così a Napoli, contro la squadra che gioca meglio, dovresti farla tutte le domeniche. La squadra ha grandi potenzialità, deve trovare continuità, ha questo obbligo. Non puoi perdere a Torino, pareggiare a Bergamo, se vinci a Napoli sei una squadra di alto livello, questo fuoco che muove l’allenatore va messo in ogni gara, finché pareggi con avversari medi e vinci una partita più importante non hai fatto niente, quindi aspettiamo. Ogni partita deve essere una guerra, probabilmente questo vizietto lo ha anche il Napoli, che è forte come la Roma ma pareggia a Pescara, perde a Bergamo. Il Napoli non si aspettava un atteggiamento tattico come quello, chiusi quei tre giocatori diventa un po’ prevedibile. Credo che Sarri sia bravissimo, ma che debba inventarsi qualcosa di nuovo. L’anno scorso giocò a Bologna, il Bologna aggredì altissimo e la gara fu un disastro. Una contromossa e la squadra si spegne, quindi credo che dopo tutto quello che ha fatto di buono Sarri debba inventarsi qualcosa“.
Fonte: Roma Radio