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AS ROMA Spalletti: “Napoli temibile anche senza Milik. Non possiamo permetterci altri passi falsi. Totti ama il contatto con il campo. Sabatini? Con una squadra forte serve anche una dirigenza forte”

Spalletti
Spalletti

Intervista televisiva per Luciano Spalletti, allenatore della Roma tornato a guidare i suoi calciatori in vista del match di Napoli dopo il weekend di pausa concesso:

Il fattore Milik è determinante per sabato?

“Perdono un buon calciatore, il Napoli è bravissimo a prendere attaccanti come Lavezzi, Cavani, Higuain e altri. Milik è un ottimo investimento, però dal mio punto di vista è sbagliato pensare che perderanno qualcosa. Gabbiadini quando ha giocato ha fatto rispettare le giocate del campione, i gol e la stima della squadra. Loro giocano con la stessa fiducia. Non penso sia più facile per noi”.

Roma, un grande attacco ma meno al difesa. Come si migliora?

“Non abbiamo unito bene i gol fatti con l’equilibrio di squadra. C’è anche un po’ di casualità, ma dobbiamo migliorare in difesa, più velocemente possibile perché abbiamo lasciato già punti importanti”.

Sabato partita chiave?

“Molto importante, può dare entusiasmo anche all’ambiente, siamo due piazze vissute molto da vicino dai tifosi. Una partita difficile, ma saremo pronti”.

Lei come vede Totti: allenatore, dirigente, attore?

“Per il momento calciatore, deve far bene questo. A mettere le mani avanti si rifà il giochino di togliergli forza. Deve vedere uno sbocco nella direzione attuale, ama far questo, il contatto con campo e spogliatoio, e ora che gli si vuol diminuire questa vita qui lui ci si attacca. Cura il suo tempo per allenarsi al meglio. Non so cosa farà in futuro, dovrà dirlo lui e dev’essere convinto di farla con qualità, come è stato calciatore. La Roma da qui in avanti ha necessità di vincere, è un lavoro a tempo pieno, è uno sport ma bisogna essere professionali, precisi, attaccati il meno possibile”.

Sabatini è andato via. Lo aveva capito?

“Qualcosa avevo capito, avevo sperato il contrario. Con una squadra forte serve anche una dirigenza forte. Abbiamo perso una sentinella di Trigoria perché lui viveva per il calcio e per la Roma, ce lo aveva proprio addosso”.

Fonte: Premium Sport

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