(B.Tucci) – È la Roma l’anti Juve? Il tormentone assilla i commentatori dopo la strameritata vittoria dei giallorossi a Napoli. Il primo applauso è per Spalletti. Il mister ha indovinato tutto: formazione, modulo, tattica. Bella e intraprendente, la Roma ha concretizzato la sua superiorità mentale e tecnica. Ma è davvero l’unica avversaria dei bianconeri? Bisogna restare con i piedi in terra, se non si vogliono avere sgradite sorprese. Innanzitutto, la continuità. La Roma soffre di alti e bassi. I tifosi lo sanno e temono che tutto svanisca in due o tre settimane. È vero, però, che adesso a Trigoria c’è un uomo che guida la comitiva. È libero di fare il bello e il cattivo tempo con intelligenza e sensibilità. Il compito è soltanto suo: educare i ragazzi in modo che non giochino a fasi alterne. Se la Roma gestisse sempre i 90’ come ha fatto a Napolinon avremmo dubbi nell’indicarla come l’anti-Juve, ma prima di sbilanciarsi sarebbe bene aspettare altre due o tre giornate. Sabato pomeriggio al San Paolo si è sicuramente vista la più bella Roma della stagione e, guarda caso, tutto questo è avvenuto quando la società ha fatto chiarezza fra i suoi dirigenti.
Leggerezza e superficialità: sono queste le pecche della Lazio, che domenica non è riuscita ad andare più in là del pareggio con il Bologna. Perdendo così un grande obiettivo: quello di raggiungere il Milan ma soprattutto la Roma al secondo posto. I biancazzurri hanno pensato di fare un sol boccone degli avversari e sono stati puniti con il gol di Helander dopo 10’ dal fischio d’inizio. Questo atteggiamento rende furiosi i sostenitori laziali, perché la squadra c’è, è messa bene in campo, ha idee e ha trovato un buon modulo di gioco. Però siamo sempre lì: quando è a un passo dal risultato, la Lazio si scioglie perché crede di essere superiore e di poter chiudere in fretta il match. Su questo dovrà lavorare con insistenza Inzaghi per non fallire l’obiettivo dell’Europa.