La questione barriere presso le curve dello stadio Olimpico fa ancora discutere, visto che ancora non è stato risolto il problema nonostante la Questura sia pronta a toglierle momentaneamente per le partite di rugby. In tal senso è intervenuto oggi l’avvocato Lorenzo Contucci, socio di MyRoma e molto vicino alle vicende del tifo romanista.
Come commenta le dichiarazioni della presidentessa dell’osservatorio Daniela Stradiotto?
“Sono parole incommentabili, ho ricevuto decine di mail e messaggi in cui si chiedono querele. Non è una persona che si intende di calcio, mi chiedo come possa essere presidente dell’Osservatorio chi non ha una competenza di ciò che ruota intorno a questo sport. Non so da chi sia stata fuorviata, ma chi frequenta l’Olimpico sa bene che è una menzogna“.
Ci sono i margini per un’azione legale?
“Andrebbe fatta una querela da parte di chi si è sentito offeso da tali parole. Parliamo spesso di ‘supporters trust’ inglesi, che danno voce ai tifosi iscritti, servirebbe un organo associativo di questo tipo. Basterebbe una firma del presidente del trust per rappresentare i tifosi“.
Il Daspo è una misura molto contraddittoria. Si potrebbero chiedere rimborsi danni in caso di annullamento della diffida?
“Il Daspo può essere un provvedimento corretto, ma nel resto d’Europa questa decisione viene presa da un giudice su richiesta del Questore. Ci sono decine di casi di persone assolte dopo aver scontato il Daspo; il vero problema della diffida è che la casistica è troppo ampia, sempre più spesso vengono diffidate persone innocue“.
Malagò ha riconosciuto l’esistenza del problema e di una soluzione vicina. Ci sono i margini affinchè questo problema venga superato?
“Le barriere sono una parte del problema, introdotte su un presupposto falso: quello dei 3mila scavalchi da un settore all’altro a partita. Il vero problema sono le multe per cambio posto, alla seconda multa scatta il Daspo da 1 a 3 anni. I tifosi sono preoccupati nel tornare allo stadio per colpa delle multe, il problema è duplice. Quando si capirà che allo stadio ci si va per divertire e non per stare seduti in atteggiamento marziale, a quel punto le cose potranno cambiare“.
Dopo le parole del presidente del Coni, le istituzioni potrebbero…
“Senz’altro, finalmente dopo due anni il problema sia venuto all’attenzione delle istituzioni e che qualcuno si sia mosso a livello comunicativo. Le parole però non bastano, bisogna fare il possibile per risolvere i problemi“.
La Tessera del tifoso è servita a riempire le tasche di qualcuno?
“La Tessera del tifoso è una delle più grandi truffe che siano mai state architettate in materia sportiva. Inizialmente era una carta di credito, quindi si sperava che i tifosi facessero acquisti con questa tessera. Grazie ai ricorsi fatti il Consiglio di Stato ha stabilito che era illegittimo questo connubio, la Roma ha fatto si che la sua tessera sia svincolata dai circuiti bancari. Quando si sottoscrive la Tessera, ci sono clausole microscopiche in cui si dichiara che è l’Osservatorio a decidere quali partite inibire. La verità è che sono 15 anni che si sarebbero riportate le famiglie agli stadi, invece si sono svuotati: al tifoso non interessano tessere e biglietti elettronici, vuole andare a divertirsi“.
Quella frase di Baldissoni su una ‘Roma lontana dall’Olimpico?
“Per questa stagione non ci sono margini, perché le richieste per giocare vanno fatte in determinati tempi. E’ sicuramente una provocazione per far capire che la misura è colma. La Roma ha sempre riempito lo stadio, si viaggiava sui 50-60mila spettatori, ora siamo a 28-29 mila di cui molti restano a casa per tutte le scomodità legate allo stadio. Bisognerebbe tornare indietro, a questo punto se devo vedere la partita senza atmosfera è meglio restare a casa“.
Cosa consiglia di fare ai tifosi per tutelarsi da questi provvedimenti?
“Con MyRoma abbiamo provato a impugnare questi provvedimenti, ma esiste un buco normativo su cui non ha competenza il Tar ma il Giudice Ordinario, quindi dovrebbe essere la Roma a rispondere del fatto che vengano chiusi i settori dello stadio. Quando si compra il biglietto però, la società si tutela dichiarando di non essere responsabile di quanto accade. Finchè non ci sarà un’associazione di consumatori di peso, le autorità continueranno a fare il bello e il cattivo tempo“.
Alcune indiscrezioni parlano di misure punitive per colpire una parte di tifosi romanisti particolarmente politicizzata. E’ così?
“Potrebbe esserci del vero, ma il Questore D’Angelo si è schierato contro i gruppi organizzati in generale. Anche i ragazzi della Nord sono stati falcidiati dalle multe per comportamenti assolutamente ridicoli. Qua viene multato il tifoso che vuole essere parte attiva del tifo della Roma, quindi si punta a stroncare il tifo organizzato nonostante l’assenza di episodi sconvenienti nel corso degli anni“.
Ha parlato coi ragazzi multati per aver esposto le immagini di Alberto Sordi e Gigi Proietti?
“Assolutamente sì. Condivido i loro striscioni. La Costituzione dice che abbiamo il diritto di manifestare il nostro pensiero, che non può essere sottoposto a censure. La norma che prevede l’autorizzazione preventiva per esporre gli striscioni è illegittima. Tutti i ragazzi hanno fatto ricorso proprio ricordando questo principio”.
Da dove nasce la volontà di occuparsi delle vicende dei tifosi? Le piace l’appellativo di “avvocato degli Ultras”?
“Questa definizione mi è sempre andata un po’ stretta, l’Italia è un Paese singolare: se vado a fare un processo per un ragazzino che lancia un petardo allo stadio, fuori dall’Aula trovo agenti e giornalisti, se difendo una persona fermata con tre chili di cocaina non trovo nessuno. Il nomignolo nasce perché ogni cosa che riguarda il calcio fa notizia“.
Fonte: Roma Talk Radio