(D.Stoppini) – Prendete posto, perché sarà un circo che più spettacolare non si può. Nell’attesa, può davvero valere tutto. La prima seduta della conferenza dei servizi su Tor di Valle è fissata per il 3 novembre. Prima di quel giovedì, può capitare di leggere ipotesi di scambio del tipo «io tolgo un po’ di metri cubi a te e tu togli un po’ di opere pubbliche a me». Oppure anche che alcuni urbanisti e architetti, sostenitori del Movimento 5 Stelle, scrivano delusi alla sindaca Virginia Raggi sul (presunto) cambio di rotta a proposito del nuovo stadio della Roma. E così, in fila a un argomento che fa rumore, ecco Paolo Berdini, assessore all’urbanistica, prendere le distanze dal passaggio del progetto dal Comune alla Regione, perché non sia mai metterci la firma pubblicamente, meglio dire urbi et orbi che «non c’è nessun riconoscimento dell’interesse pubblico. Stiamo lavorando per attuare l’indirizzo programmatico del Movimento 5 Stelle. Partecipare alla conferenza dei servizi è un atto doveroso. È dovere dell’amministrazione partecipare ai provvedimenti che sono stati incardinati dalle amministrazioni precedenti». Della serie: non sono mica io che ho detto sì. Poi sarà quel che sarà. E se sarà, non sarà per colpa mia.
QUI MALAGÒ – Qualche dubbio pare esser venuto pure al presidente del Coni Giovanni Malagò, che a Mix24 ha parlato così: «Penso che ogni squadra dovrebbe avere un suo stadio, ma con le motivazioni che hanno portato al no per Roma2024, ovvero il no al cemento e alle speculazioni… No, non sto dicendo che l’impianto non si farà, credo che qualche contraddizione in questo senso ci potrà essere». Siamo pronti, il 3 novembre in fondo è dietro l’angolo.