(M.Cecchini) – La parola chiave, in fondo, potrebbe essere una: fretta. La Roma ha fretta di vincere e Luciano Spalletti non vuole perdere più tempo, visto tra l’altro che sabato andrà in scena il grande duello col Napoli. L’assenza di Milik,però, non tranquillizza i giallorossi. «Secondo me perdono un buon calciatore – spiega l’allenatore a Mediaset Premium – ma loro sono bravissimi come società, lo dice la storia, basti pensare a Lavezzi, Cavani, Higuain, Zapata e Gabbiadini. Chiaramente con Milikhanno fatto un investimento importante, è sicuramente un giocatore forte. Ma anche se hanno perso un buon calciatore, in funzione della partita non perdono assolutamente la loro forza. Gabbiadini quando è sceso in campo ha sempre fatto giocate da campione, gol e conquistato la stima della squadra, che scende in campo con la stessa fiducia. Non penso che sarà più facile per noi».
LA SVOLTA – Insomma, l’ostacolo resta alto. «Sarà una partita molto importante. Com’è ovvio, non dirà quello che sarà il risultato finale delle due squadre in campionato, però può dare molto sotto l’aspetto dell’entusiasmo, soprattutto all’ambiente. Per Roma e Napoli il coinvolgimento del pubblico può fare molto, sono città che vivono per i risultati delle loro squadre. Sarà una partita delicata, difficile. Dobbiamo assolutamente essere pronti».
IL NUOVO TOTTI – Chi lo è di sicuro è capitan Totti, ancora lontano da qualsiasi idea che non lo veda in campo. «Per il momento lo vedo calciatore, perché lui deve far bene questo. Se si pensa al futuro, gli si toglie forza. Ama far questo, gli piace il contatto con lo spogliatoio, con il campo, con l’erba. Ora che gli si vuole accorciare questa vita, lui ci si attacca sempre di più ed è sempre più presente negli allenamenti. Per l’avvenire qualsiasi ruolo ricoprirà, deve essere convinto di poterlo fare con grandissima qualità, la stessa che ha da calciatore, anche se non sarà facile. La Roma da qui in avanti ha necessità di vincere ed è un lavoro a tempo pieno. Lo sport in generale è un lavoro a tempo pieno, ci sono milioni di tifosi e tanti interessi dietro. Bisogna essere professionali e professionisti, sbagliando il meno possibile, soprattutto nelle intenzioni e nell’impiego del proprio tempo».
SABATINI ADDIO – Chi dovrà capire come utilizzarlo, adesso, è l’ex d.s. Walter Sabatini, che Spalletti un po’ rimpiange. «Io avevo sperato che rimanesse e lavorato perché accadesse. Quando c’è una squadra forte, ci vuole una società forte. Abbiamo perso una sentinella di Trigoria, perché lui viveva per la Roma, ce l’aveva addosso. Comunquepossiamo ancora andare sull’onda di quello che ha creato lui. Ho a disposizione una buonissima squadra che Sabatini ha costruito e che in futuro porterà dei risultati importanti. Abbiamo necessità di vincere il più presto possibile». Tutto questo, ovviamente, per far felice il lontano Pallotta. «È ugualmente presente, quando parla inglese gli si sente il dialetto romanesco. È dentro, vive la squadra, ha messo i tasselli nei punti giusti. Se ci fosse bisogno, è giusto che intervenga e si faccia sentire, ma lui quando serviva lo ha fatto. A me va bene la squadra societaria attuale, con me allenatore e Baldini vicepresidente». Ciò che conta però è vincere e la Roma ha fretta. Spalletti lo sa.