(P. Piovani) In questa rubrica più di una volta abbiamo auspicato la riappacificazione tra tifosi della Roma e del Napoli, intendendo con la parola tifosi quelle persone che sostengono la propria squadra senza usarla come pretesto per fare a botte. Ebbene, dopo tanti anni di divisioni e scontri purtroppo non solo verbali, ecco i primi segnali di speranza. A Testaccio c’è stata una carbonara di pace che ha riunito azzurri e giallorossi in trattoria. Sul web sono nate varie iniziative, compresa una raccolta di firme su Change.org. C’è poi la pagina Facebook Gemellaggio Napoli-Roma che si presenta con la seguente, lodevole dichiarazione programmatica: «Mettiamo fine a questo odio insensato che divide le tifoserie più belle del Paese. Che il #DerbyDelSole torni a risplendere e a illuminare l’Italia del calcio. Rivogliamo i bambini, le famiglie, la spensieratezza, i sorrisi e gli abbracci». Il numero di adesioni raccolte in pochi giorni, provenienti da entrambe le città, è davvero incoraggiante. Su Twitter è stato lanciato l’hashtag: #dajeguagliù.
Il creatore della pagina Facebook è Domenico Cicalese, un giovane napoletano dotato – bisogna riconoscerlo – di un discreto coraggio: sabato scorso ha cercato di entrare al San Paolo esibendo uno striscione per promuovere il gemellaggio. Ma le autorità hanno vietato l’ingresso dello striscione nello stadio, evidentemente giudicandolo come recitano le disposizioni del Viminale in materia di contenuto «violento, ingiurioso o, comunque, vietato dalle vigenti normative (espressioni di razzismo, di antisemitismo, di vilipendio)». L’idea di Domenico era sicuramente meritoria e intelligente, ma non abbastanza da superare l’ottusità della burocrazia.