(U. Trani) Lo scontro diretto, scherzo del calendario più che del destino, arriva prestissimo. L’Italia, alla prima tappa casalinga nel percorso verso Russia 2018, ospita subito la Spagna, favorita del gruppo G. La partenza, insomma, è da brividi per Ventura, solo due partite da ct della Nazionale. Ma la stessa considerazione la può fare anche Lopeteguei, pure lui appena due match sulla panchina delle Furie Rosse dopo l’addio di Del Bosque. E’ solo lo spareggio d’andata e, essendo solo il secondo appuntamento per entrambe le nazionali, non ancora decisivo. Ma indicherà la strada che porta al mondiale.
ULTIMO INCROCIO L’Italia, dunque, deve almeno provarci, per non essere poi costretta, l’anno prossimo, al ribaltone fuori casa. La gara di ritorno spaventa perché addirittura sarà la prima dopo l’estate prossima, il 1° settembre del 2017. E la storia azzurra insegna che ad inizio stagione spesso la Nazionale ha fatto cilecca. Ventura, insomma, non può non guardare al futuro e anche per questo cercherà di non steccare nella notte del suo ritorno a Torino, anche se nello stadio dei suoi ex nemici della Juve, che stasera non sarà tutto esaurito ma vedrà la presenza del Premier Renzi. Di sicuro non si dovrà voltare indietro, al 27 giugno scorso, quando l’amico Conte eliminò i campioni d’Europa in carica nel quarto di Saint Denis. Perché la Spagna di oggi non ha niente a che vedere con quella battuta cento giorni fa, finita nella trappola del 3-5-2 azzurro. La nazionale di Del Bosque sbarcò esausta in Francia, provata dagli impegni dei suoi giocatori nelle coppe. Lopetegui, in poche settimane, l’ha rivitalizzata, consegnandola chiavi in mano al mago Iniesta, eletto leader del nuovo corso. Attorno a lui, ha però chiesto agli altri di diminuire i passaggi laterali e di forzare le verticalizzazioni. Il sistema di gioco resta il solito, con il 4-3-3 che, lasciando Busquets davanti alla difesa, si trasforma in corsa nel 4-1-4-1. Diversa, insomma, è la traccia, con il lavoro fatto per reparti, a cominciare dalle palle inattive, da sfruttare con i blocchi che liberano, in area avversaria, i difensori centrali Ramos e Pique.
PRUDENZA NECESSARIA Ventura sa che cosa aspetta l’Italia allo Stadium. Ecco perché, in partenza, si affida a Florenzi e non a Candreva. Lopetegui, con Vitolo, cerca l’uno contro uno sulla fascia sinistra. Meglio il romanista, quindi, più abituato a difendere. Il debutto di Romagnoli, chiamato a sostituire lo squalificato Chiellini, è il messaggio indiretto al reparto. In caso di necessità è possibile difendere con quattro uomini, allargando Barzagli a destra e abbassando De Sciglio a sinistra. Con De Rossi che, playmaker e schermo, è la terza novità rispetto alla gara di Haifa. Il ct azzurro ha spiegato, soprattutto ai difensori, di gestire il pallone senza frenesia. Vuole velocità nel cambio di fascia, non al momento di lanciare. Il pressing della Spagna è annunciato, con Diego Costa che va ad attaccare Bonucci e a spaventare il pischello Romagnoli. Se i ct confermeranno le formazioni provate fino alla vigilia, l’Italia sarà più simile a quella dell’Europeo: 9 titolare sono gli stessi utilizzati a Parigi da Conte, assenti solo Chiellini e Giaccherini. Lopetegui, invece, ne ripropone 7: fuori Juanfran, Fabregas, Morata e Nolito, ma gli ultimi due sono qui e vanno in panchina.