(S.Carina) – «Callejon è l’attaccante più bravo del nostro campionato ad attaccare la linea difensiva. Subito dopo viene Salah». Il giudizio è di quelli da tenere da conto perché arriva da Luciano Spalletti. Napoli-Roma passa molto dai piedi dello spagnolo e dell’egiziano. Callejon ha già segnato 5 reti, Salah è fermo a quota 3 che hanno portato il totale della sua esperienza in giallorosso a 19 centri in 52 presenze (0,36 di media).
LE VERTICALIZZAZIONI – L’ex viola figura in quasi tutte le classifiche individuali stilate dalla Lega di serie A: primo a pari merito con Hamsik, Birsa e Felipe Anderson per quanto riguarda gli assist (già 7 confezionati ma soltanto uno è stato finalizzato), nono per le conclusioni verso la porta avversaria (9 tiri) e in avanti è l’elemento che corre di più nella Roma (9,265 chilometri percorsi di media a gara). La stima che nutre Lucio nei suoi confronti si riassume nel video che lo scorso anno il tecnico fece vedere in conferenza stampa riguardante un recupero tutto campo dell’egiziano sul 4-0 contro il Palermo. Caratteristica che sembra aver un po’ perso, come la precisione sotto porta e nell’ultimo passaggio. Hanno dunque sorpreso fino ad un certo punto le parole di Spalletti nel post-gara con l’Inter: «Momo è dilaniante, ha questi strappi impetuosi che ti squartano in due, anche se in fase difensiva è l’opposto come vantaggi. Palla al piede ti guarda in faccia, ti passa dentro, ti fa un buco nello stomaco e va di là. Ma di là bisogna poi vedere se hai un vantaggio o meno. Quando hai l’occasione per fare gol devi farlo, così come se puoi fare un passaggio decisivo. Se invece queste cose le sbagli tutte, allora bisogna tirare una riga…». Difficile dargli torto. Perché nel controllo del pallone in corsa, Salah non ha rivali. Anche il dribbling vien da sé e paradossalmente non viene nemmeno cercato. La velocità dell’egiziano è tale che il difensore quando se lo vede arrivare davanti non ha il tempo di capire le sue reali intenzioni. Abile nei movimenti senza palla, contro il Torino e l’Inter ha sbagliato spesso l’ultima cosa da fare, che fosse il tiro o il passaggio. Cosa che non capita a Callejon. Lo spagnolo è probabilmente l’uomo più importante dello scacchiere di Sarri. Spalletti e i suoi video analyst non ne avranno certamente bisogno ma basterebbe vedere i due gol segnati contro Bologna e Palermo per capire l’intelligenza dell’attaccante che riesce a prendere sempre il tempo al terzino sinistro sul lato opposto da dove parte il pallone (in questi due casi sempre dai piedi di Insigne).
IL CONFRONTO – Lo spagnolo quest’anno gioca più vicino alla punta centrale anche se dopo il ko di Milik, bisognerà capire se con Gabbiadini al centro dell’attacco Sarri tornerà all’antico allargandolo il più possibile, come accadeva lo scorso anno con Higuain. Mossa che costringeva il terzino sinistro a non perderlo di vista e regalava al Pipita o ad Hamsikpiù spazio per inserirsi centralmente. Perso l’argentino, nelle prime 7 gare Callejon ha giocato più vicino al centravanti polacco (e il numero dei gol segnati lo dimostra) ma ora le cose potrebbero nuovamente cambiare. Anche se Lucio non lo dirà nemmeno sotto tortura, oltre alla capacità di scegliere i tempi giusti per inserirsi, quello che lo fa preferire a Salahnon è tanto la sua capacità di leggere l’azione ma lo spirito di sacrificio che spesso e volentieri lo fa trasformare in terzino sul lato di Hysaj, quando l’albanese arriva sul fondo. Attitudine che l’egiziano sembra aver di colpo smarrito. E non è quindi un caso che Salahsia stato sostituito tre volte nelle ultime quattro gare poco dopo l’ora di gioco (palesando tra l’altro anche un po’ di nervosismo) mentre lo scorso anno, da gennaio in poi, era accaduto soltanto contro il Chievo a risultato acquisito. C’è da sperare che il gol al Congogli abbia restituito serenità. E magari gli abbia aggiustato un po’ la mira.