(L. De Cicco) Cancellare le «opere pubbliche inutili» (e le relative cubature concesse ai privati) e «costruire solo lo stadio». Paolo Berdini, assessore all’Urbanistica nella giunta di Virginia Raggi, dice che il «Piano regolatore non si tocca di una virgola», ma ammette che negli ultimi mesi la sua posizione sul nuovo stadio della Roma sia drasticamente cambiata. Passando dal no, senza se e senza ma, «all’Ecomostro di Tor di Valle», ad essere considerato uno dei principali sponsor del progetto sognato da James Pallotta e dal costruttore Luca Parnasi, tanto da guadagnarsi l’appellativo di «stadista». Intervistato da Radio Roma Capitale, Berdini (protagonista ieri, suo malgrado, anche di un audio diventato virale in rete in cui insulta l’avvocato dell’unione inquilini: «Pezzo di m…, mandami tua sorella») ha riconosciuto: «Quando ero un libero cittadino mi sono sempre battuto contro, ma ora ho un altro ruolo. Se si dovesse trattare solo della costruzione dello stadio, io sono contrario alla localizzazione, ma se la Roma accetta questa possibilità io rispetterò un processo che è incardinato da tre anni». Insomma nessun ostacolo sulla scelta di un’area che fino a poco fa non esitava a definire «assolutamente inadatta» per la realizzazione di un gigantesco complesso immobiliare: quasi un milione di metri cubi per alberghi, uffici, ristoranti. Solo su un aspetto, Berdini, sembra conservare diverse perplessità. «Sono contrario a questo aumento di volumetrie spaventoso dato dalla giunta Marino in cambio di opere pubbliche».
L’ITER Opere pubbliche che ieri l’assessore ha bollato come «inutili». Qualche esempio? «Il ponte dall’autostrada per Fiumicino, a poca distanza dal ponte dei Congressi che sarà costruito oppure il prolungamento della metropolitana, che metterebbe in crisi il funzionamento dell’intera linea B». Temi che verranno affrontati nella conferenza dei servizi convocata dalla Regione, in programma il 5 novembre. «Discuteremo se è giusto accettare delle inutili opere pubbliche o è meglio cancellarle e costruire solo lo stadio». Con una direttrice che Berdini, almeno a parole, promette di voler seguire: «Non muoverò una virgola dal Piano regolatore. Se la Roma accetterà queste regole, ben vengano investimenti privati».