(P. Ziliani) – C’è un che di sinistro nel modo in cui Luciano Moggi e il mondo-Juve stanno andando incontro al regolamento di conti dieci anni dopo il Far West di Calciopoli. Ora che la giustizia ha fatto il suo corso indicando in modo definitivo carnefici e vittime, i condannati eccellenti, Big Luciano in testa, han preso a dibattersi istericamente: con l’unico risultato di andare ogni volta più a fondo, visto che sotto i loro piedi si sono aperte le sabbie mobili.
Ultimissime dal fronte: il Tar del Lazio (Sezione Prima Ter), sotto la presidenza di Germana Panzironi, ha respinto il ricorso presentato da Moggi contro la radiazione decisa nel 2012 dall’Alta Corte del Coni, che confermava la radiazione già decisa dalla Corte di Giustizia.
Il Tar ha dichiarato inammissibile il ricorso “per difetto di giurisdizione del giudice amministrativo”. Rivolgendosi al Tar, spiegano i giudici, Moggi perde tempo perché “è riservata all’ordinamento sportivo la disciplina delle questioni aventi a oggetto: a) l’osservanza e l’applicazione delle norme regolamentari dell’ordinamento sportivo al fine di garantire il corretto svolgimento delle attività sportive; b) i comportamenti rilevanti sul piano disciplinare e l’irrogazione e applicazione delle relative sanzioni disciplinari sportive”.
Insomma: è la giustizia del calcio che deve decidere. E il calcio ha deciso di radiare Moggi. E Giraudo. E mandato in B la Juventus.
Una brutta botta, per Big Luciano, che arriva due mesi dopo che la Cassazione ha respinto il ricorso presentato da Moggi contro la sua condanna, in via definitiva, al risarcimento dei danni alle parti civili di Calciopoli. Moggi non avrebbe voluto, ma dovrà pagare i danni a Figc e ministero dell’Economia, Atalanta e Brescia, Bologna e Victoria 2000 srl proprie- taria ai tempi del Bologna, così come dovran- no farlo la Juventus, la Fiorentina, Giraudo, Diego e Andrea Della Valle, Mencucci e l’ex arbitro De Santis.
Dopo il Tar che ha fatto colare a picco le pre- tese di risarcimento della Juventus (444 mi- lioni dalla Figc), ribadendone anzi le colpe e ricordando le condanne inflittele dalla giusti- zia sportiva, ecco il Tribunale dare un’altra picconata alla smania d’impunità del massi- mo responsabile dello scandalo: Moggi. Dieci anni dopo, i nodi sono arrivati al pettine. Ora bisogna solo mettere mano al portafogli.