(A. Ciardi) Se in qualche anfratto della soffitta conservate un lettore cd, riportatelo alla luce, togliete la polvere che si è accumulata durante la giacenza fra le robe vecchie, caricate I gotta feeling e immaginatevi nel 2009, anno in cui spopolavano i Black Eyed Peas, più o meno quanto Vasco con Colpa del whisky, Cremonini con Figlio di un re e Lady Gaga con Poker face. 2009, l’anno in cui negli Stati Uniti esce Bastardi senza gloria e che a novembre registra il fenomeno Checco Zalone, campione di incassi con Cado dalle nubi. Avete creato l’atmosfera retrò? Bene, vi servirà per ricordare meglio una polemica che tenne banco per mesi, fra indignati e pretoriani, moralisti e disincantati, persino economisti.
TOTTI: LE CIFRE DEL RINNOVO 2009 – Nel 2009, Francesco Totti ha 33 anni e poco prima di Natale firma un contratto con la Roma che fa parlare chiunque. A tavola, nei bar, in Parlamento, sui forum, nelle radio. Più dei 9 secondi e 58 centesimi diBolt sui 100 metri, più del signor Tartaglia che colpisce Berlusconi con una miniatura del Duomo di Milano, più delle ripetute eruzioni del vulcano Asama. Quattro anni di contratto, fino al 30 giugno 2014, a integrare quello che sarebbe scaduto pochi mesi dopo. La prima stagione a 4,9 milioni di euro netti, quindi per le 3 successive un netto da 4,8 milioni, cifre inferiori rispetto all’accordo precedente, con ingaggio più basso di circa 1 milione di euro l’anno. Facile fare il conto di quanto incassato dal capitano della Roma durante la sua epopea calcistica. È tutto agli atti, a maggior ragione perché il club fu quotato in Borsa da Franco Sensi. 84 milioni di euro netti in 22 anni di contratti con parecchi zeri. Dal miliardo di lire (approssimativamente 500 mila euro) per il Totti ventenne, fino ai 6 milioni di euro nel 2004-05, il picco. Dai 5,8 milioni a stagione nel quadriennio 2005-09 al biennale da 2,5 milioni a stagione che scadeva lo scorso 30 giugno, fino al milione e duecentomila euro previsti per i dodici mesi che accompagneranno la più lunga storia calcistica contemporanea fino al prossimo 30 giugno. Che si rinnoverà? Tempo al tempo. Il giovane Totti fece innamorare Dino Viola, fu condotto per mano da Franco Sensi che lo negò ai potenti del mondo, è stato accompagnato nella seconda parte di carriera da Rosella Sensi e va oltre ogni record di longevità con James Pallotta presidente. In mezzo, le polemiche, quelle che concedono quarti d’ora di celebrità a chi infila la patetica maschera da bastian contrario per fare notizia.
LA ROMA HA AVUTO UN RITORNO SIGNIFICATIVO
Chi magari oggi si riempie la bocca di Totti, sette anni fa gridava allo scandalo perché un 33enne sul viale del tramonto firmava quadriennali da quasi 5 milioni a stagione. Ignorando all’epoca, come oggi, cheFrancesco Totti ha sempre permesso alla Roma di rientrare abbondantemente di una cospicua parte di quanto speso per pagargli l’ingaggio. In alcune stagioni anche del 60%, raramente sotto il 45%. Tanto per capire, Totti nel 2004 converte in azioni 1,5 milioni di euro, somma di due stipendi e di premi che vantava nei confronti del club che viveva momenti di difficoltà. È luglio, l’estate della ricapitalizzazione e dell’aiuto che la famiglia Sensi chiede ai tifosi. Totti ha già acquistato azioni per 300 mila euro. Atto d’amore più che da investitore perché investire in azioni di una squadra di calcio quotata in Borsa è quantomeno azzardato: gli affari sicuri sono altri. Per promuovere quell’operazione, Totti presta a titolo gratuito la sua immagine alla società, in un’epoca in cui i diritti di immagine fanno già saltare accordi fra club e calciatori.
L’ADDIO AL VECCHIO PROCURATORE E LE RINUNCE ECONOMICHE – Nel settembre 2001 l’intesa da 50 miliardi di lire da distribuire in 4 anni fu sottoscritta dopo l’allontanamento di Franco Zavaglia, persona non più gradita in quella trattativa dal presidente Sensi. Anche perché i soliti club (Real Madrid, Barcellona, Milan) contattavano Zavaglia proponendo almeno 1 miliardo e mezzo in più a stagione. Totti, senza farlo passare per martire, per restare alla Roma ha rinunciato a numerosi trofei e a non pochi soldi. Scelta di vita, chiaro, e d’amore. Non un sacrificio. Ma parliamo di soldi e quindi non forzando la mano e senza gridare all’eroismo, ha fatto risparmiare parecchio al cassiere di Trigoria. Fra il 2002 e il 2005 Real Madrid e Milan proponevano 7 milioni netti a stagione, 2 in più rispetto all’accordo vigente con la Roma. Di diritti di immagine si discusse anche nel 1999. La Roma in accordo con l’American Express lanciava una carta di credito. Il faccione da spendere era quello di Totti, che in cambio non chiese danaro.
CAPITOLO SPONSOR: TOTTI E’ STATO UNA GARANZIA – Francesco Totti è stato ed è tuttora un passepartout, spesso è stato l’unico mezzo per veicolare il marchio Roma verso accordi promozionali. Perché in assenza di vittorie (una Coppa Italia dal 2008 a oggi), passando dalla gestione Sensi a quella americana, la Roma continua ad avere un appeal limitato. Non basta portare negli stadi il nome della città più famosa al mondo, non basta giocare a pochi chilometri dal Colosseo. Servono successi, campioni da esposizione, strategie di marketing. Oppure ci si aggrappa a Totti. Nel 2007 la Kappa per tornare a vestire la Roma (era già sponsor tecnico ai tempi del terzo scudetto) offre al rialzo 4,7 milioni a stagione per battere la concorrenza della Diadora che all’epoca era in vantaggio per il rinnovo essendo sponsor tecnico del numero 10. La Wind, sempre nel 2007, diventa main sponsordel club. Guerre di marketing: un anno prima Totti era diventato testimonial Vodafone ma in campo sarebbe sceso con la maglia recante il nome dell’azienda rivale del suo sponsor. E la Roma che da due anni aveva la maglia immacolata (ultimo main sponsor era stata la Mazda nel 2005) ne trasse vantaggio (la Wind è malinconicamente l’ultimo main sponsor che ha avuto la Roma, da quattro stagioni a caccia dell’azienda giusta). In queste ultime stagioni, quelle dagli ingaggi “umani”, Totti ha continuato a essere il nome da spendere quando si organizzano remunerative amichevoli in giro per il mondo, che si giochino in Egitto o negli States, in Australia o in Asia. Ed è ancora l’asso da giocare sui tavoli di negoziazione con televisioni e aziende. 40 anni. Da almeno 15 gli spot delle tv a pagamento propongono i suoi gol, i suoi assist, i suoi ciuffi, i suoi scarpini. Nike. Come l’attuale sponsor tecnico della Roma.
TOTTI E’ TRA GLI SPORTIVI ITALIANI PIU’ FAMOSI AL MONDO – Nel 2006 Totti assieme a Maldini e Pirlo veniva subito dopo Valentino Rossi nella classifica mondiale degli sportivi italiani più noti. Assieme al campione di moto, e davanti a Buffon e Federica Pellegrini, viene ancora considerato lo sportivo maggiormente richiesto dalle aziende che intendono pubblicizzare prodotti, che cercano testimonial. Modificare il coro “c’è solo un Capitano” in “non è soltanto un Capitano”.Totti è un indotto, un veicolo promozionale, un bonus da spendere se si è in difficoltà (non soltanto in campo). Il problema (paradosso) della Roma è che la fama del club è inferiore a quella di un suo calciatore. La fortuna della Roma, così come la bravura nel trattenerlo, è stata avere in organico un fenomeno a trecentosessanta gradi che nel dare/avere di sicuro non ci ha rimesso, ma che non ha mai mandato in remissione neanche la Roma.
Fonte: ilposticipo.it