(M. Pinci) Parte l’operazione cento giorni. Questo il termine che si è dato Alessandro Florenzi per rientrare in campo: oggi il prof Mariani lo opererà per ricostruire il legamento crociato, il rientro più veloce fin qui è del marocchino Kharja, in campo dopo 105 giorni. Florenzi, abituato ad andare di corsa, vuole battere quel primato. Aveva insistito per anticipare a ieri l’intervento ma l’agenda del chirurgo era densissima. Nel frattempo, inquieta il ripetersi di infortuni simili. La Roma ci ha fatto l’abitudine: a Trigoria quello di Florenzi è il sesto caso negli ultimi 14 mesi (Capradossi, Ponce, Rüdiger, Mario Rui e Nura, gli altri), una statistica quasi imbarazzante. Ma colpisce soprattutto come la serie A sia il campionato più colpito d’Europa con 8 casi di rottura del legamento crociato. Quattro romanisti, più Montolivo, Milik, Molinaro e Suagher. Molto più di qualsiasi altro torneo nei top 5 d’Europa, dove gli episodi sono al massimo 4 (Germania e Spagna) o 5 (Inghilterra e Francia).
«Per me incide la velocità del gioco – il parere di Luciano Spalletti, il più “colpito” dei tecnici di serie A – che esaspera il gesto. E i risultati. Quando le cose non vanno bene è più facile giocare meno convinti. E farsi male».
Tra i fattori di rischio anche gli scarpini, sempre più leggeri, anche a scapito della sicurezza dell’atleta. Francesco Colautti, collaboratore medico dell’Ascoli, segnala il problema: «I tacchetti lamellari danno più grip ma aumentano il rischio torsione. Il vero tema però è la prevenzione:esistono esercizi di ginnastica propriocettiva utile a prevenire i traumi articolari. Ma ai lavori analitici, i club soprattutto in Italia preferiscono esercizi funzionali. E se il ginocchio non è abbastanza forte il rischio aumenta».