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LA REPUBBLICA Non solo Dzeko e Ciro le macchine da gol di Spalletti e Inzaghi

Dzeko e Nainggolan
Dzeko e Nainggolan

(G. Cardone) Dzeko e Immobile hanno cambiato marcia: non si accontentano di un gol a partita, ora si divertono con le doppiette. Si divertono, soprattutto, i tifosi giallorossi e biancocelesti che assistono a questa sfida nella sfida, il derby per la classifica cannonieri. Al momento, guida il bosniaco 10-8. Ma attenzione: intorno ai loro leader, Roma e Lazio hanno allestito vere e proprie macchine da gol. Ne ha segnati addirittura 26 la Spalletti band, non a caso il miglior attacco del campionato davanti alla Juve. Al terzo posto c’è la Biancoceleste, che con le quattro reti rifilate al Cagliari ha toccato quota 20. E ha un primato, la formazione di Inzaghi: è andata a segno con 11 giocatori, una squadra intera. Nessuno in Serie A ha fatto meglio. Così, a suon di record, Roma e Lazio si godono il momento felice: i giallorossi in corsa per lo scudetto, i biancocelesti per l’Europa che conta e intanto restano a 4 punti dai cugini. Il derby del 4 dicembre si annuncia più elettrico del solito.

Il segreto delle macchine da gol? Il tridente, non solo il centravanti. Nella Roma Dzeko è già in doppia cifra, vero, ma è importante anche il bottino di Salah, a quota 5 reti. A 3 segue Perotti, al momento infortunato (rientro previsto la prossima settimana) e che ha segnato solo su rigore. Il dato significativo è questo: il tridente di Spalletti è stato decisivo (gol, assist, rigori guadagnati) in 22 reti su 26, media dell’84,61%. Praticamente indentica a quella dell’Aik, cioè Anderson-Immobile-Keita, che ha segnato o “generato” l’85% delle reti biancocelesti: 17 su 20. Insomma più che Dzeko o Immobile- dipendenti, le fortune di Roma e Lazio sono strettamente legate al rispettivo tridente. Ovvio che Spalletti si aspetti di più da Perotti, quando rientrerà, e anche da El Shaarawy, due volte a segno come Totti (quelli del capitano entrambi su rigore). Una rete finora per Nainggolan, Paredes e Strootman. Dall’altra parte c’è Inzaghi che applaude i suoi pupilli Keita e Felipe Anderson. Il primo dopo le bufere estive ha già realizzato 3 gol e si avvia a battere il suo record, le 5 reti firmate nel campionato 2013-‘14. D’altronde 13 centri in 87 gare di Serie A sono un bottino deludente per uno del suo talento: il monello senegalese aspira a ben altri numeri. Così come da troppo tempo i tifosi biancocelesti non vedevano esultare Felipe Anderson: mercoledì sera il brasiliano si è sbloccato con una serpentina della sue – non segnava da aprile – e vuole ripetersi contro il Sassuolo. Gli altri otto marcatori della Lazio (un gol a testa) sono i difensori Hoedt, Radu e de Vrij, i centrocampisti Cataldi, Milinkovic, Murgia e Lulic, l’ala destra Lombardi. All’appello mancano Parolo (recuperabile per il Sassuolo) e Biglia, che domenica tornerà tra i convocati con 10 giorni d’anticipo sui tempi previsti per l’infortunio al polpaccio.
Di sicuro a Spalletti mancheranno per 4 o 5 mesi la qualità e la quantità dello sfortunato Florenzi. Al jolly, che si opera oggi per la rottura del crociato, anche gli auguri della Lazio. Bel gesto: su cose come queste non c’è derby.

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