(G. Buccheri) C’è una Roma che non sembra trovare ostacoli ogni volta che prendono di mira la porta avversaria. Il viaggio a Reggio Emilia, casa del Sassuolo, conferma la regola: sotto di un gol, i giallorossi hanno colpito due traverse e realizzato tre reti in rimonta. In questa Roma il nuovo principe è un attaccante bosniaco che, risvegliatosi da un primo tempo un po’ in letargo, decide di spaccare in due la notte: Dzeko tocca quota 10 reti in 10 partite (una media alla Higuain dell’anno scorso), regalandosi una doppietta che permette alla squadra di ribaltare il verdetto e di rimanere sulla scia della Juve. In avvio, il ghigno dei giovani emiliani 6 di quelli che ti tolgono il fiato: spavaldi, ma non presuntuosi, i ragazzi terribili di Di Francesco partono con il piede sull’acceleratore. La Roma non fa in tempo a capire in quale teatro è chiamata a esibirsi che va al tappeto: Cannavaro comincia e chiude Fazione con un colpo di testa da vero rapace d’area, dopo che Politano aveva costruito il più dolce degli assist. Il vantaggio dei neroverdi non fa che mettere in evidenza la crepa di stagione che continua ad accompagnare la comitiva giallorossa: se davanti è un piacere osservarne i movimenti, la dietro si balla a oltranza e, stavolta, a cadere nella trappola anche il quasi infallibile Manolas (perché si limita a guardare Cannavaro e il suo sigillo?).
Giallorossi arrembanti L’appuntamento di Reggio Emilia, gradualmente, consegna il copione dal Sassuolo alla Roma e cosi, inevitabile, arriva il pareggio. La velocità e il ritmo dei giovani di casa calano, l’intensità giallorossa aumenta: Dzeko si ricorda di essere tornato fra i re del gol e va a segno con un chirurgico diagonale. Accanto al bosniaco, brillano le frecce Salah ed El Shaarawy, Nainggolan non perde un attimo per affondare dalla meta campo: questa è la Roma che decide di chiudere l’avversario davanti alla propria difesa. Dzeko concede il bis procurandosi il rigore e trasformandolo senza ansia, poi a chiudere i conti a un’incursione di Nainggolan.
Florenzi, lungo stop? Tenere il conto delle azioni, o quasi azioni, da rete dei giallorossi è diventata un’arte perché la corazzata romanista viaggia a poco meno di tre reti a gara e perché in attacco c’e l’imbarazzo delle scelte per arrivare al tiro. Il punto debole, come detto, è la difesa, ma sbagliare non diventa pia un peccato se poi la linea offensiva si scatena. Due flash finali: la Roma trattiene il fiato per Florenzi, ko dopo un infortunio al ginocchio (si teme un lungo stop), mentre il ct azzurro Ventura in tribuna avrà riempito di appunti il suo taccuino per la linea verde e italiana del Sassuolo, da Mazzitelli a Pellegrini, a Politano, tutti candidati per un posto allo stage dei ventenni.