(G. Buccheri) Mai cosi vicini quando la stagione comincia a correre. La Roma sale a meno due dalla Juve e, per il tecnico giallorosso Spalletti, è una distanza che sa di prima volta perche dal gennaio di quest’anno, ora del suo arrivo nella Capitale, le due rivali storiche raramente si sono guardate negli occhi. La fatica di Dzeko e soci contro il Palermo è stata di quelle che non lasciano traccia nei muscoli: troppo netto il divario fra le due squadre, troppo facile il modo in cui la Roma ha bucato la retroguardia rosanero. Di Salah, Paredes (con la complicità del giovane portiere Posavec), Dzeko ed El Shaarawy le reti, di De Rossi la regia, di gruppo la velocità nell’esecuzione e nelle idee.
Stagione raddrizzata La stagione della Roma sembra essersi, cosi, raddrizzata proprio nel momento della sofferenza. Dopo il ko di Torino contro i granata, Spalletti aveva usato parole forti e dirette per scuotere un ambiente che rischiava di avvitarsi su sé stesso: i successi, in serie, contro Inter, Napoli e, adesso, Palermo raccontano di una corazzata che può ancora migliorare. Un esempio? Dzeko non smette di segnare (ieri ha realizzato l’ottavo centro in nove sfide), ma, soprattutto, ha dimostrato di potersi trasformare nel punto di riferimento la davanti che mancava: attorno all’attaccante bosniaco gli esterni si divertono negli inserimenti o negli assist.
Difesa punto debole L’attacco giallorosso ha molte frecce e punge come nessuno: le reti sono diventate ventitre, miglior bottino della serie A. Il punto debole rimane la difesa, o meglio, la ricerca degli equilibri: dietro c’è il rischio di perdere le distanze, come accaduto in occasione della rete di Quaison nel finale (la porta è rimasta imbattuta solo con Udinese e Crotone), ma la forza d’urto dalla meta campo in su fa pendere la bilancia verso l’alto. I giallorossi, ora, sono chiamati all’esame Sassuolo e, poi, al viaggio ad Empoli il giorno dopo la notte di Juve-Napoli: il calendario può essere un volano, almeno nell’immediato. E il Palermo? De Zerbi non smette di disegnare una formazione spregiudicata, ma è tutto molto fragile, compresa la sua panchina. Il patron dei siciliani Zamparini riflette e, quando lo fa, spesso si annunciano ribaltoni: difficile da digerire sarà il doppio poker incassato in una settimana dal Toro e, qua, all’Olimpico.