(F. Viola) Giuseppe Giannini scelse l’Austria dopo quindici anni in giallorosso, da capitano e bandiera della Roma. Non andò all’Austria Vienna, scelse lo Sturm Graz. Però il calcio di quelle parti se lo ricorda bene: “Non ero pronto per andare direttamente in un’altra squadra italiana”, dice “Il principe”, classe ’64, cresciuto nelle giovanili giallorosse. Andò a Graz per tagliare con il passato.
Che esperienza fu in quei pochi mesi?
“Furono solo quattro mesi. Devo dire la verità, quando decisi di andare in Austria non immaginavo come sarebbe stata. Ma mi trovai bene. All’inizio la mancanza totale di stress la apprezzai. Venivo da quindici anni di estreme tensioni, dove ogni giorno si passava dall’elogio massimo alla crisi più nera. Tutto ciò mi lasciò abbastanza sbalordito e dopo i primi tempi positivi, mi venne il “mal di pancia”. Non assaporare più l’adrenalina del pre-gara mi cominciò a mancare, così cedetti alle tentazioni di Mazzone che mi voleva al Napoli e tornai in Italia. Tutta quella tranquillità non faceva per me, per esempio la mattina prima di una partita andavamo tranquillamente a fare colazione al bar del centro e poi la sera giocavamo campionato e coppe e la gente non ci diceva nulla”.
Giovedi tocca agli uomini di Spalletti, che gara sarà al Prater?
“Una gara importante e difficile. La Roma è costretta a fare risultato, ma non è così scontato. Certo, la Roma delle ultime cinque sei gare è nettamente superiore, ma non sarà comunque facile”.
Quali potrebbero essere le insidie maggiori?
“L’ambiente perché per loro giocare davanti al proprio pubblico sarà comunque di stimolo”.
Ha visto la gara di andata? Cosa è successo?
“Sì, ero all’Olimpico. Quello che è accaduto è la prova che non bisogna mai calare l’attenzione. Quando dai per scontato che il risultato è al sicuro, rischi di abbassare la concentrazione e loro sono stati pronti a colpire. Poi una volta preso un gol può succedere che si vada nel pallone e così in 5 minuti ti trovi con il risultato di un pareggio. Un pareggio che sulla carta non aveva alcuna storia”.
Non è la prima volta che la Roma inciampa in situazioni così, secondo lei come mai?
“È un po’ nella genetica della Roma, perdere con squadre di valore indubbio inferiore. Soprattutto davanti a squadre di livello diverso, ma che non mollano mai fino alla fine”.
Quanto invece il risultato della andata influenzerà il modo in cui l’Austria Vienna affronterà la gara?
“Molto. Hanno preso sicurezza in loro stessi. Sicuramente non si aspettavano di portare a casa un pari dall’Olimpico, ma aver ribaltato il risultato dà loro forza. Inoltre in campionato stanno inanellando buone prestazioni e vengono da risultati importanti”.
Spalletti avrà problemi di formazione per i numerosi infortuni…
“Sì, la Roma ha una rosa molto buona e quindi validi sostituti, ma certo le assenze diventano molte. Soprattutto in difesa il mister non è mai riuscito a farla giocare come avrebbe immaginato. In questo momento si deve tener duro in attesa del mercato di gennaio se la società deciderà di intervenire”.
Potrebbe essere la gara di?
“Non lo so. Perotti, che è rientrato da poco. Poi davanti Salah e Dzeko, se giocano. Comunque chiunque scenda in campo dovrà dare il massimo per portare a casa il risultato”.
Come valuta la Roma di quest’anno?
“Ad inizio stagione avevo pronosticato la Roma vincente in campionato. Mi prendevano per matto, ma ora anche qualcun altro se ne è accorto. La Juventus tra qualche mese si concentrerà solo sulla Champions e inevitabilmente lascerà indietro il campionato. La Roma deve avere la forza di aspettare e farsi trovare pronta”.
Spesso l’Europa League è sottovalutata, perché?
“È una competizione che prende valore quando si va avanti. Poi arriveranno le escluse dalla Champions e prenderà la sua forma definitiva. La Roma può e deve fare bene più a lungo possibile”.
Giocare ogni tre giorni: è più difficile il recupero mentale o fisico?
“Tutti e due. Anche tutte le grandi squadre la domenica dopo le coppe fanno fatica per vincere, è sempre così”.
Cosa ne pensa di Spalletti?
“Un grandissimo allenatore. È l’uomo ideale in questo ambiente. Sa bene come muoversi e ha l’appoggio di una buona fetta della stampa locale e anche questo serve. Il suo valore si evidenzia anche nel fatto che non affronta il problema del suo rinnovo contrattuale in quanto lo reputa legato ai risultati”.
Prima di salutarla, un pronostico?
“La Roma ha tutte le potenzialità di fare una buona gara e tornare a Roma a bottino pieno”.
Fonte: asroma match program