Luciano Spalletti, allenatore della Roma, ha rilasciato un’intervista al sito web dell’UEFA. Questa un’anticipazione dell’intervista, che sarà pubblicata integralmente la prossima settimana, a proposito del momento positivo di Edin Dzeko:
“Io non ho recuperato niente, perché poi è sempre il calciatore che fa la differenza. Io gli posso far trovare un ambiente migliore dove lui può riconoscere le sue qualità o posso tentare di far crescere un ambiente che permetta a questi calciatori di poter evidenziare le proprie qualità!
“Penso che la differenza con Edin sia stata quella di farlo sentire più a casa sua: i tifosi della Roma hanno cominciato ultimamente ad apprezzarlo, anche perché lui ha fatto la prima mossa. La prima mossa di Edin è stata quella di dirmi “Mister, io voglio rimanere alla Roma, voglio far vedere quello che è il mio valore”. Per me è stata la risposta che volevo sentire, che mi sarei aspettato, perché in quel momento non aveva un grande mercato, non avremmo potuto cambiarlo con un giocatore del suo livello, la prima cosa era riuscire a recuperare questo giocatore”.
“Non gli ho dato una mano l’anno scorso, perché una volta l’ho sostituito mettendo Totti ed era il momento in cui lui non andava bene: la sua uscita con lo stadio che fischiava, l’entrata di Francesco con tutto lo stadio che applaudiva. Quello è stato un errore importante da parte mia, me ne sono reso conto. Quest’anno non l’ho più fatto, mi ero ripromesso che era una cosa che non dovevo più fare anche se poi mi può portare il risultato”.
“Abbiamo alleggerito questo discorso qui, nel senso che non è più diventato un conflitto – o gioca Totti o gioca Dzeko – perché durante la preparazione quest’anno li ho fatti giocare spesso insieme e Totti ha fatto degli assist importanti per Džeko. E poi quando li ho messi insieme contro la Sampdoria, che hanno ribaltato il risultato. Quello è stato un altro momento importante”
“Quando i giocatori, anche quelli un po’ più padroni della situazione – qui c’è ancora bisogno di avere un po’ di romanità nelle radici della squadra, noi abbiamo dei giocatori che hanno proprio questa qualità, questa caratteristica, questa forza di essere giocatori della Roma perché sono di Roma e sono tanti anni che giocano qui – quando uno come De Rossi gli ha concesso di battere il rigore contro il Sassuolo e lui ha fatto gol. Questi sono segnali”
“Poi quando, abbracciandolo, De Rossi si è lasciato andare a un’espressione che poteva anche non andar bene ma che voleva solo dire che Dzeko è forte e non va criticato e basta, quelli sono segnali forti. Che lui ha ricevuto come l’essere accettato dentro una grande squadra, una famiglia, un grande gruppo. Lui ha dato del suo e ha ricevuto anche qualcosa in cambio. Edin ha fatto quei progressi che doveva fare e ora con lui la situazione è a posto. Anzi, ora noi ci godiamo i vantaggi”.
Fonte: uefa.com